Home » Basta autorizzazioni, ma chi sgarra, in galera

Basta autorizzazioni, ma chi sgarra, in galera

Il Parlamento sta analizzando un disegno di legge sulla semplificazione. Per non essere da meno, anche l’Assemblea regionale siciliana sta valutando un altro disegno di legge, sempre sulla semplificazione, esitato dalle commissioni parlamentari in versione bipartisan.
La gara contro il tempo dei due ddl non sappiamo da chi sarà vinta. Quello che sappiamo è che gli stessi ddl non semplificano in radice il perverso meccanismo delle autorizzazioni, che dà ai burocrati un potere abnorme: dire sì o no, seppure in base alle norme.
Ma queste sono così ingarbugliate che la loro interpretazione consente arbitrii di ogni genere e tipo, con la conseguenza che i burocrati utilizzano tali arbitrii, anche per un tornaconto personale di varia natura.
I due disegni di legge dovevano essere più semplici nella loro formulazione e addirittura essere composti da un solo articolo: “Tutto è consentito salvo ciò che è vietato”, con ciò demolendo definitivamente l’impalcatura delle autorizzazioni preventive.

Le leggi dovrebbero indicare in modo tassativo e preciso le attività vietate, cioè quelle che non si possono fare, come fosse una sorta di zona nera. Poi lasciare in facoltà cittadini e imprese di poter fare qualunque cosa si trovi nella zona bianca. Ma così non è stato (e non è) per la semplice ragione che nella stessa zona bianca qualunque iniziativa debba essere soggetta ad autorizzazione.
è vero che via via sono intervenute liberalizzazioni, decentrando ai professionisti la responsabilità di supervisionare alcune attività, certificandole; ma è anche vero che il versante soggetto all’autorizzazione è rimasto imponente, con la conseguenza di rallentare qualunque iter burocratico e, in molti casi, addirittura bloccarlo.
Ora, le autorizzazioni possono essere tranquillamente sostituite dalle autocertificazioni, le quali devono dichiarare la verità. In base ad esse le amministrazioni debbono prendere per buone le richieste di cittadini e imprese, pur mantenendo la possibilità entro un certo periodo di tempo (mettiamo due anni) di andare ad effettuare controlli a campione. Con la conseguenza che se qualcuno sgarra, deve andare subito in galera.
Se i due ddl sulla semplificazione volessero raggiungere l’obiettivo di togliere tutte le armi ai burocrati, dovrebbero contenere norme che abrogano l’impianto autorizzativo, come prima indicato. Ma tutta la burocrazia è contraria alla semplificazione vera e non a quella modesta dei due disegni di legge. Contraria perché perderebbe la polpa sulla quale morde con i propri denti famelici.
è già da considerarsi un miracolo che questi due disegni di legge siano arrivati nelle rispettive aule, ma ci aspettiamo che le lobbies presenti nelle stesse faranno di tutto per annacquarli e di fatto renderli poco efficaci.
In questa vicenda, la classe politica, rappresentata dai parlamentari, dovrebbe dare dimostrazione di essere indipendente da quella burocratica, perché è evidente il conflitto di interesse fra le due classi. Cosicché la disputa dev’essere risolta possibilmente in favore dei cittadini che i politici rappresentano, o dovrebbero rappresentare.

Distruggere la rendita di posizione dei burocrati, accumulatasi in decenni dal dopoguerra e conseguente al ventennio fascista in cui la faceva da padrona, non è semplice, anche perché quando un burocrate vuole fermare una legge di semplificazione, comincia a porre ostacoli, per esempio chiedendo l’intervento di giuristi di vario genere, i quali cercano sempre il pelo nell’uovo, anche con riferimento alla Costituzione, per non far approvare leggi che favorirebbero le attività economiche delle imprese e con esse l’occupazione.
Nell’orizzonte della comunità nazionale, ormai è chiarissimo il conflitto fra burocrazia e cittadini. La prima a tutela dei privilegi, i secondi (rappresentati dalla classe politica) ancora impotenti a togliersi di dosso i pesi di meccanismi arcaici che la pubblica amministrazione tende a conservare.
La questione che analizziamo è vecchia come il cucco, ma finalmente è emersa in tutta la sua gravità, in occasione del virus Corona, e forse è iniziato il processo per darvi una soluzione, anche parziale, in attesa di quella definitiva.