Oggi si aprono i lavori in aula del Senato sulla discussione del disegno di legge d’iniziativa governativa sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. In occasione della prima conferenza stampa convocata dal gruppo Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, il Quotidiano di Sicilia ha chiesto quali prospettive ravvedono nella riforma – collegata alla manovra finanziaria – per la Sicilia nel caso il testo venga licenziato dal Parlamento nazionale.
Della risposta si è fatto carico il vicepresidente del gruppo dem all’ARS, il deputato siciliano Mario Giambona, secondo il quale “nella precedente legislatura vi era stata una discussione serrata sul tema, e molti parlamentari che oggi siedono sui banchi del governo avevano espresso dissenso nei confronti di questa norma, che naturalmente danneggia i territori del sud Italia”.
L’autonomia differenziata però, vista dal parlamento siciliano, pare essere una formalizzazione di un principio già in uso in qualità di prassi discrezionale attuata dal Governo nazionale. “Registriamo comunque, a onor del vero, che c’é una presa di posizione da parte del ministro Calderoli, che di fatto va oltre l’approvazione dell’autonomia finanziaria”, afferma Giambona, che al riguardo entra nel merito della questione sostenendo che “dal momento in cui si è insediato il Governo Meloni, rispetto al Governo Conte, vi è una caduta in termini numerici delle impugnative delle norme delle regioni italiane. Quindi, di fatto, l’autonomia differenziata viene già applicata con un ridimensionamento delle impugnative sulle norme regionali.”
“Questo – afferma l’onorevole Mario Giambona – significa applicare a discrezione quelli che sono i poteri in capo al Consiglio dei ministri su quelle che sono norme che poi hanno ricadute sui territori”. La politica del Partito Democratico sull’autonomia differenziata, anche vista dal gruppo PD all’ARS, è pertanto di assoluta “contrarietà rispetto a questa norma, che mette una pietra sopra rispetto a quelle che sono le tematiche relative alla questione meridionale“.
La discussione a Palazzo Madama ha avuto inizio alle 16:30, ma la linea del Partito Democratico in merito al disegno di legge è stato chiaramente espresso dal gruppo parlamentare siciliano dello stesso partito che sul caso chiude, per voce dello stesso Giambona, che anzi, l’autonomia differenziata “acuisce quelle che sono le differenze tra le regioni del nord e le regioni del sud, che hanno bisogno di interventi dal punto di vista infrastrutturale e di risolvere quelle che sono le tante problematiche legate ai servizi che, ahimè, continuano a mancare”.
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Infrastrutture e servizi che inevitabilmente ricordano anche i Fondi di Sviluppo e Coesione che Sicilia e Calabria hanno visto ridurre da Roma per un imposto contributo finanziario alla realizzazione del ponte sullo Stretto, palesando così una incrinatura nei rapporti tra il governo regionale di Renato Schifani e quello nazionale guidato dalla stessa coalizione con alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni.
Altra crepa nei buoni uffici tra i due Governi è stata sottolineata in sala stampa all’ARS dal deputato dem Dario Safina quando ha ricordato che – anche sullo stato di emergenza chiesto da Palazzo d’Orleans per gli incendi dell’estate 2023 in Sicilia – il Governo nazionale “si è voltato dall’altra parte”. L’occasione per il gruppo PD del parlamento siciliano è stata utile per ricordare ai presenti gli emendamenti introdotti nella Manovra finanziaria e altri interventi navigati in porto nel corso di questa legislatura malgrado parte dell’opposizione.
Oltre alle note positive, non potevano mancare le note negative da porre in evidenza sull’operato del Governo siciliano. “Il regalo più bello che ci ha fatto Schifani e la sua maggioranza è stato quello di aver coalizzato le opposizioni, di aver costruito una coalizione che prima non c’era”, ha affermato il deputato Emanuele Dipasquale. Al riguardo, ha spiegato: “Eravamo forze politiche che si erano presentate alle elezioni tutte divise e separate, e ancora nella prima parte della legislatura ci eravamo portati dietro questa divisione; è grazie all’arroganza del Governo, che voleva imporre l’approvazione della Finanziaria il 22 dicembre, che loro sono riusciti a costruire una coalizione che oggi rappresenta la maggioranza dei siciliani”.
Altra nota negativa, e grave, è stata espressa dalla deputata Valentina Chinnici in merito alle dichiarazioni rese nei giorni scorsi dall’assessore circa i due emendamenti introdotti nella Manovra finanziaria relativi alla formazione professionale: “Credo che ce ne sarebbe abbastanza per chiedere anche le dimissioni di un assessore, perché sappiamo che la formazione professionale è un pilastro in una regione che ha il più alto tasso europeo di dispersione scolastica”. Secondo Valentina Chinnici l’affermazione di ignoranza ammessa dall’assessore Turano è inaccettabile e comunque i deputati siciliani sono pagati “per legiferare e non per infilare con ‘manine nascoste’ cose che poi vanno a impattare su migliaia e migliaia di giovani”.