La ministro Stefani, chiamata in audizione in Commissione, si difende. Ma per molti, come Paola Nugnes (M5s) la legge avvantaggerebbe solo il Settentrione
“Chi cerca di mettere la gente del Sud contro quella del Nord dicendo loro ‘attenti, perché con l’autonomia vi vogliono fregare’ compie un atto irresponsabile. L’Italia è una e lo sviluppo lo facciamo solo se andiamo avanti tutti insieme”.
Questa affermazione per molti versi non condivisibile, visto come sono andate finora le cose, è stata fatta dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, la leghista Erika Stefani, in audizione alla Commissione parlamentare per le Questioni regionali, a Palazzo San Macuto nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul processo di attuazione del controverso “regionalismo differenziato” sul quale punta la Lega Nord e che per molti rappresenta un nuovo vantaggio dato alle regioni del Settentrione.
Tra questi la senatrice pentastellata Paola Nugnes, che da mesi sottolinea il rischio che regioni come Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, “nonostante la Costituzione sia chiara su una necessaria ripartizione delle risorse equilibrata e che sostenga le Regioni con più difficoltà, ci ritroveremo con un divario enorme tra Nord e Sud”. Un divario che, come conferma ogni anno il rapporto Svimez, “sarà ancora più amplificato”.
“Se questa norma passa senza attuare i lep (i livelli essenziali delle prestazioni che l’articolo 117 della Costituzione impone che vengano garantiti su tutto il territorio nazionale) e la perequazione, cadrà l’Italia: è assurdo e anticostituzionale arricchire ancora di più Regioni che già vivono condizioni estremamente migliori di altre”.
“Il testo – ha sottolineato la Stefani difendendosi in Commissione – è il frutto di una intensa attività di confronto con le Regioni e i Ministeri, parliamo di 48 Riunioni tecniche e 25 riunioni politiche per questo sono rimasta stupita dalle polemiche e dalle contestazioni che ho ricevuto dalla stampa”.
“Sul piano istituzionale, che è quello che attiene la realtà – ha detto ancora l’esponente della Lega Nord -, importanti risultati sono stati raggiunti in materie delicate come la tutela e la sicurezza del Lavoro, su cui si è definito un testo, che fatti salvi alcuni punti ancora aperti, ha ormai raggiunto un elevato livello di consenso. Questo vale anche per il trasferimento di competenze in materia di governo del territorio, su cui l’intesa può già oggi considerarsi possibile, così come in materia di commercio con l’estero e internazionalizzazione delle imprese”.
“Anche sulla delicata materia della tutela della Salute – ha concluso – su cui tanta è, giustamente, l’attenzione da parte di tutte le forze politiche, registriamo al momento, un consenso da parte delle regioni su buona parte della proposta governativa”.
Molte polemiche sono state sollevate nei mesi scorsi sull’Autonomia, anche per l’insistenza nel propugnarla da parte di alcuni governatori del Nord, come il veneto Luca Zaia, ex ministro leghista dell’Agricoltura, in costante contatto con la Stefani e che si è fatto fotografare con lei in mille diverse situazioni.