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L’Autorità portuale di Palermo verso le nuove strategie Ue. Tardino: “Puntiamo all’internazionalizzazione”

L’Autorità portuale di Palermo verso le nuove strategie Ue. Tardino: “Puntiamo all’internazionalizzazione”
Annalisa Tardino, commissaria straordinaria dell’Autorità di sistema portuale di Palermo per la Sicilia occidentale

La commissaria dell’Adsp per gli scali della Sicilia occidentale, Annalisa Tardino, parla al QdS in vista delle indicazioni europee attese per gennaio 2026: “Uscire da dinamiche localistiche”

PALERMO – Annalisa Tardino, già europarlamentare, oggi commissaria straordinaria dell’Autorità di sistema portuale di Palermo per la Sicilia occidentale, ha seguito in Commissione trasporti Ue il dossier sulla strategia portuale globale approvata nel gennaio 2024 contenente il progetto di revisione delle reti Ten-T. Recentemente ha ricevuto dal presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, per rappresentare l’associazione nazionale presso l’associazione europea dei porti su problematiche e normative europee con la Commissione europea, anche al fine di ottenere un’interlocuzione diretta come Autorità di sistema portuale. “La Commissione sta adesso predisponendo un pacchetto normativo – ha spiegato Tardino – e presenterà la strategia europea dei porti nel gennaio 2026, e noi, come enti pubblici, siamo tra gli interlocutori anche diretti della Commissione e quindi abbiamo il dovere e potere di partecipare a questa interlocuzione”.

Lei sta lavorando in un settore che già conosce ma da altra prospettiva; intende capitalizzare questa esperienza guidando l’Adsp di Palermo?
“Una o due settimane fa è stato presentato un piano da parte del commissario Apostolos Tzitzikostas – con il commissario Raffaele Fitto che è alla Coesione – dove si inserisce il trasporto marittimo, e credo che noi come Autorità portuale, anche in attesa della norma che poi cambierà un po’ dinamiche ed equilibri, abbiamo il dovere di rappresentare il nostro territorio e la nostra Autorità. Questa Autorità, come autorità di frontiera, ha il dovere di fare gli interessi della Sicilia. I nostri porti decentrati hanno il privilegio di essere in tutta la Sicilia Sud-occidentale e quindi in quello che è il vero versante Africa, e nella previsione di sviluppo di flussi da intercettare credo che potenziare le nostre infrastrutture, sui cui si lavorerà, potrebbe favorire non solo l’Autorità di sistema portuale di Sicilia occidentale ma la Sicilia e poi anche il sistema Italia”.

Visto appunto che il contesto geopolitico nel Mediterraneo sembra far già intravedere un importante mercato sulla costa africana, qual è il potenziale di sviluppo dei porti della Sicilia occidentale?
“Pensare a uno sviluppo – e su questo dobbiamo essere confortati dalle infrastrutture e dai finanziamenti che serviranno alle infrastrutture – a 360 gradi anche negli altri porti è la sfida. Oggi non sto dicendo che lo faremo ma che abbiamo la volontà di farlo, quindi di immaginare un potenziale di sviluppo. Poi, sul come lo faremo, starà ai tecnici, agli economisti e a tutti gli esperti orientare concretamente l’idea. Ma la visione è questa. Quello che ho trovato, girando molto e incontrando il più possibile tra operatori e associazioni, è tanta voglia di sviluppo e di entrare all’interno dell’Autorità di sistema, che è una cosa bella, perché è sotto gli occhi di tutti che si è fatto bene e si può fare ancora meglio. C’è tanta voglia di sviluppo perché anche il cittadino medio si rende conto che, con un gran ritorno al passato secolare, dal mare arriva la ricchezza e che, a differenza delle politiche comunitarie assunte negli ultimi decenni, potremmo avere ulteriore sviluppo rispetto a quello che c’è stato oggi”.

Pasqualino Monti ha dato il via tracciando un solco per il futuro di questa Autorità di sistema portuale; adesso il futuro della sua guida a cosa guarda?
“Guarda all’internazionalizzazione di questa Autorità, perché non vogliamo porre ostacoli all’ambizione di questo territorio che ha voglia di sviluppo. Noi investiamo quattro province, quindi è la Sicilia occidentale, e l’ambizione è quella di primeggiare, di essere considerati a livello europeo degli interlocutori seri, credibili e affidabili. Vogliamo fare uno slancio in più per uscire anche dalle dinamiche localistiche e proiettarci oltre. Questa è l’ambizione che ho condiviso con l’ufficio e con il segretario generale”.

Si punta su alcuni porti strategici in particolare, come Trapani, Porto Empedocle o anche Termini Imerese?
“No. Si punta su tutto, nel senso che noi cerchiamo di sviluppare le potenzialità di ciascun porto. Anzi, le devo dire che abbiamo dei porti che, non per disattenzione o trascuratezza ma per tempistica di programmazione, a oggi meritano più attenzione rispetto ad altri perché sono stati più trascurati e sono certamente quelli della costa Sud. Licata e Gela sono entrati nella programmazione nel 2022, Sciacca soltanto qualche giorno fa. Abbiamo fatto una riunione e abbiamo dedicato più giornate al porto di Gela, ad esempio, che da trent’anni è all’abbandono e non certo per colpa mia né di Pasqualino Monti o di tutta la squadra dell’Autorità. Stiamo puntando subito su lavori di dragaggio e interventi per rendere intanto il porto funzionale. Poi stiamo portando avanti un progetto di partenariato pubblico-privato per sviluppare una parte più a carattere turistico; ma serve il tempo per la programmazione e per poi farlo”.

Se lei parla di necessario tempo mi impone una domanda: a gennaio il Tar dovrà decidere sul ricorso presentato dalla Regione avverso la sua nomina a commissario straordinario; come si lavora con questa ipotesi di provvisorietà incombente?
“Guardi, quelli che oggi sono presidenti sono stati prima per un anno commissari, e credo che questo sia anche un tempo ‘cuscino’ per far valutare a chi sta facendo il lavoro se è un lavoro che piace fare e a chi ha nominato scientemente commissario prima e non subito presidente se il commissario sta facendo un buon lavoro. Credo quindi sia una forma di garanzia, di cuscinetto per la pubblica amministrazione, nel caso specifico il Mit, che correttamente fa perché ritengo più corretto prima una nomina commissariale per mettere anche alla prova una persona cui si vuol dare fiducia. Si valuta così come si comporta in questi mesi e qual è l’impatto del lavoro svolto”.

Nuovi progetti all’orizzonte?
“Vogliamo dare anche degli importanti segnali su Palermo, e ne ho parlato anche con l’assessore Alessandro Aricò; quindi ci sono tante idee che potrebbero essere finalizzate ma anche lì occorre sempre la collaborazione tra gli enti perché chiaramente non godiamo di tutte le risorse nostre per poter operare. Con l’assessore abbiamo ad esempio parlato del molo Sud, che potrebbe essere un’altra opera molto importante da realizzare dopo il molo trapezoidale. Sono stata lo scorso sabato al porticciolo di Sant’Erasmo dove ci chiedono anche lì e con forza degli interventi che possono avere un senso per consentire anche ai cittadini, e non solo ai grandi operatori, di poter usufruire del mare, ed è una cosa che personalmente condivido molto. Stiamo lavorando a un progetto per implementare anche le infrastrutture sulla disabilità. Ci sono tante cose, ma non è che non voglio spoilerarle. Solo, mi piacerebbe rivelarle quando avremo un substrato più concreto”.