Autostrade della vergogna, gallerie da brivido - QdS

Autostrade della vergogna, gallerie da brivido

Gabriele DAmico

Autostrade della vergogna, gallerie da brivido

mercoledì 28 Aprile 2021

Secondo l’ispettore del Mims il tunnel di Taormina è “in stato di rischio elevato”, il Cas annuncia lavori straordinari

Gallerie pericolanti o con alto rischio per gli utenti della strada, asfalto ammalorato, barriere di sicurezza danneggiate, viadotti senza collaudo statico. Queste sono solo alcune delle criticità che accomunano le autostrade gestite dal Cas, il Consorzio autostrade siciliano, e cioè la Catania-Messina e la Messina-Palermo.

“Negli ultimi quarant’anni non si è investito un solo centesimo in infrastrutturazione e in collegamenti viari”, tuona il segretario di Feneal Uil Messina-Palermo, Pasquale De Vardo, che così descrive l’immobilismo siciliano di fronte all’urgente necessità di ammodernare le infrastrutture autostradali. In realtà, come riportato nella nostra inchiesta dello scorso 15 aprile, i vertici del Cas sostengono di avere in corso “lavori per circa 600 milioni di euro”, ma attualmente tali interventi non sembrano migliorare le condizioni di sicurezza per gli automobilisti.

Lo ha messo nero su bianco l’ispettore del Ministero delle infrastrutture della mobilità sostenibile, Placido Migliorino che, dopo aver trovato diverse criticità sulla Messina-Palermo, è tornato di nuovo nell’Isola per verificare le condizioni dell’A18, la Catania-Messina.

“Manca tutta la documentazione – ha dichiarato al QdS -. Mancano le ispezioni trimestrali, le ispezioni annuali e le verifiche di sicurezza. La stessa identica situazione della A20. C’è una chiara violazione della normativa”. Rispetto alla Messina-Palermo, il presidente del Cas, Francesco Restuccia, si era già difeso dicendo che i rilievi fatti da Migliorino sono stati realizzati “in maniera visiva e senza approfondimento” e che quindi non individuano “criticità vere ma solo apparenti”. Secondo il Consorzio, il rischio per gli automobilisti può essere accertato solamente dopo le indagini strumentali che loro stanno attualmente conducendo.

“Intanto che il Cas fa le verifiche, facciamo crollare i ponti? – ha risposto Migliorino -. Loro le verifiche le avrebbero dovute fare, le indagini le avrebbero già dovute avere. Non ce le hanno e quindi sono inadempienti”. Secondo una circolare del 19 luglio del 1967 (la numero 6736/61A1) dell’allora ministero dei Lavori pubblici, infatti, gli enti gestori delle strade sono tenuti ad effettuare ispezioni almeno trimestrali “per accertare lo stato di consistenza e di conservazione delle strutture, nonché eventuali dissesti che dovessero apparire alle parti visibili dei manufatti”.

Indagini che a quanto pare non sono state fatte, ma – ha proseguito Migliorino – “per ottemperare a questa violazione, ovviamente si dovranno fare tutti gli accertamenti: carotaggi, prove di laboratorio e quant’altro. Intanto, vista la situazione visiva abbastanza grave e ammalorata, non si può aspettare un anno per i risultati e nel frattempo sperare che nessuno si faccia male”.

Infatti, il rischio di una tragedia è sempre dietro l’angolo quando si percorre la A18 o la A20. Nella Messina-Palermo la magistratura ha sequestrato 22 viadotti in quanto il pericolo di crolli è stato ritenuto altamente probabile. Sempre nella A20, il Mims ha proposto l’interdizione al traffico per otto gallerie e due viadotti a causa del loro avanzato stato di degrado. Per uno di questi due viadotti (viadotto Pollina) manca addirittura il collaudo statico, senza il quale un’opera d’arte non potrebbe essere messa in esercizio.

Sulla A18, invece, l’ispettore Placido Migliorino ha proposto la chiusura della galleria Taormina che è “in uno stato di rischio elevato” e il restringimento della carreggiata per quanto riguarda il cavalcavia numero 11, i viadotti e le altre gallerie. Proprio ieri il Cas ha annunciato che si svolgeranno alcuni lavori di manutenzione straordinaria, “per evitare la chiusura totale”, per la messa in sicurezza delle gallerie Capo Pietra e Taormina. Gli interventi si svolgeranno tra mercoledì 28 e giovedì 29 aprile.

In generale, nella rete autostradale gestita dal Consorzio, l’ispettore del Mims ha aggiunto che si può notare “asfalto ammalorato, barriere di sicurezza danneggiate, mancanza di arredi funzionali, cordoli ammalorati e staffe e armature rotte”.

Una situazione insostenibile per automobilisti e autotrasportatori che ogni giorno devono spostarsi da un lato all’altro dell’Isola. A confermarlo sono, oltre le inchieste giudiziarie e le ispezioni del ministero, anche le molteplici richieste che associazioni, sindacati e gruppi civici rivolgono alle istituzioni. Da Federconsumatori, che recentemente ha richiesto la riduzione del pedaggio sulla A20 e sulla A18 e “un controllo puntale e costante sull’avanzamento dei cantieri”, a Cittadinanzattiva, che è intenzionata a chiedere al Cas “il rimborso dei pedaggi autostradali pagati dall’utenza negli ultimi dieci anni”. A far piovere critiche sul Consorzio è anche la presidente dell’Assemblea provinciale di Catania per il Pd, Ersilia Saverino: “le condizioni dell’autostrada Catania-Messina tra buche, avvallamenti, corsie ristrette e repentini cambi di carreggiata si fanno sempre più critiche ed a poco servono le soluzioni tampone. L’emergenza è continua. Chiedo alle istituzioni competenti di intervenire immediatamente”.

PALERMO-CATANIA

Altre problematiche sono individuabili anche nella A19, l’unica autostrada siciliana a non essere gestita dal Cas, bensì da Anas. Anche se non ci sono pericoli di crolli (almeno non dopo quello del viadotto Imera nel 2015), pure la tratta Palermo-Catania è causa di forti disagi per automobilisti e autotrasportatori, costretti a fare i conti con un’infrastruttura che ha più di cinquant’anni di vita e su cui Anas sta investendo parecchio per recuperare un gap manutentivo che secondo il responsabile territoriale della Sicilia, Valerio Mele, negli anni si è “accumulato per la mancanza di fondi dedicati”.

Ma dal 2016 i fondi ci sono per far camminare i cantieri (come quello del viadotto Cannatello che è chiuso dal 2001). Infatti, con il Contratto di programma 2016-2020 sono stati stanziati ben 850 milioni di euro per un piano di manutenzione straordinaria che, alla fine, dovrebbe trasformare in un gioiello la A19. In tre anni (solamente nel 2018 è stata avviata l’esecuzione degli interventi) sono stati spesi 250 milioni di euro, utilizzati per dotare la A19 di 335 chilometri di asfalto nuovo (sui 394,6 complessivi), di nuovi guard rail (conclusi 86 chilometri dei 313,4 previsti) e di viadotti risanati per un’estensione di 25 chilometri sui 113,4 complessivi. Insomma, qualcosa si sta muovendo, anche se non con la velocità auspicabile, sulla A19.

Resta il fatto che alla vigilia del nuovo contratto di programma è stato fatto meno della metà di quanto previsto da quello vecchio. In ogni caso Anas ci ha garantito che i fondi non si perderanno e che i 600 milioni rimanenti del contratto di programma 2016-2020 verranno spesi fino all’ultimo centesimo. Nel frattempo, autotrasportatori e automobilisti sono costretti ad un viaggio ad ostacoli fra cantieri, interruzioni, deviazioni e restringimenti di carreggiata.

Intervista esclusiva all’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Marco Falcone

L’assessore alle infrastrutture della Regione siciliana, Marco Falcone è sicuro: nella rete autostradale isolana le criticità esistono. E il Governo Musumeci è pronto a risolverle “accompagnando il Cas passo dopo passo” e invitando Anas ad “evolversi da pachiderma a reale motore di sviluppo e grandi opere”.

Magistratura e ministero hanno trovato non poche criticità sulle autostrade gestite dal Cas. Il suo assessorato come sta affrontando la questione?
“Siamo presenti al fianco dell’ente come mai era accaduto finora. Il Governo Musumeci sta assolvendo alla sua funzione di vigilanza accompagnando il Cas passo dopo passo, senza lesinare nei sostegni, quando necessari, e recependo le varie aspettative. Non c’è dubbio che le criticità esistono e, in questo senso, accogliamo con interesse e disponibilità qualsiasi atto che vada a garanzia dell’interesse degli utenti della nostra rete”.

Da poco Federconsumatori ha rinnovato la richiesta di diminuzione del pedaggio nella A18 e nella A20. Altri ne chiedono da tempo l’eliminazione. Queste richieste verranno accolte?
“Sono ragionamenti che spettano alla governance dell’ente, ma occorre tenere presente che il principale introito del Cas è proprio il pedaggio che, va ricordato, è il più basso d’Italia. Con il calo della mobilità dovuto alla pandemia, peraltro, queste entrate si sono contratte e, malgrado ciò, è stata introdotta l’esenzione dai pedaggi per gli autotrasportatori durante il primo lockdown. Il Cas sta anche implementando l’esenzione per i veicoli a biocarburante. Certamente, grazie al risanamento economico e gestionale dell’ente voluto dal Governo Musumeci, col passare del tempo la leva dei pedaggi potrà essere manovrata con sempre più flessibilità”.

Secondo lei, il Cas sta gestendo in modo ottimale le autostrade in Sicilia? C’è un rischio concreto di revoca della concessione?
“Quest’ultima valutazione non spetta a noi. La Regione, del resto, ha sempre espresso una posizione chiara: se il Ministero lo ritiene, può riprendersi la concessione. Ciò non toglie che, dal 2018 a oggi, la gestione autostradale abbia cambiato passo grazie a un’assunzione di responsabilità da parte del Governo Musumeci che non ha precedenti. La governance ha potuto mettere in campo ogni azione utile per ottemperare all’esigenza di mettere in sicurezza le nostre autostrade. Grazie al contributo dell’Ars, inoltre, abbiamo anche varato la riforma attesa da anni, cioè il passaggio allo status di ente pubblico economico, proprio per rendere il Cas più agile e competitivo. Stiamo recuperando sulla manutenzione che mancava da decenni, stiamo riasfaltando la Catania-Messina e la Messina-Palermo oltre a decine di altri interventi che, fra mille lungaggini dovute alla buropatologia italiana, vanno avanti ogni giorno. Per altro verso, abbiamo riattivato la costruzione della Siracusa-Gela e, a breve, consegneremo il tratto Rosolini-Ispica. Tra le opere più grandi, inoltre, voglio ricordare il risanamento della frana di Letojanni. Quando ci siamo insediati, era tutto fermo e non c’era neppure un vero progetto per riparare e riaprire l’autostrada”.

Per quanto riguarda la A19, invece, a che punto è il nuovo contratto di programma con Anas?
“Il presidente Musumeci lo ha detto più volte: le grandi aziende di Stato come Anas, da vecchi pachidermi, devono evolversi in reali motori di sviluppo e grandi opere. Altrimenti, le ingenti risorse destinate all’A19, come anche ad altre parti delle strade siciliane, resteranno lettera morta. Noi ci siamo, perché per la prima volta la Regione ha una visione unitaria e di prospettiva del sistema infrastrutturale della Sicilia”.

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