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Avviata la partnership tra l’Università di Catania e Crédit Agricole Italia

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giovedì 09 Dicembre 2021

“Coltiviamo il Merito” è il progetto avviato da Gruppo Crédit Agricole Italia - Creval in collaborazione con gli atenei siciliani che prevede una serie di attività per gli studenti siciliani

Coltiviamo il Merito” è il progetto avviato da Gruppo Crédit Agricole Italia – Creval in collaborazione con gli atenei siciliani che prevede una serie di eventi e attività di employerbranding, attraction e recruiting rivolte agli studenti universitari.

La collaborazione nasce per supportare il piano assunzioni del Gruppo Crédit Agricole Italia dei prossimi due anni nell’ambito del quale la banca ricercherà profili accademici trasversali provenienti da percorsi che si discostano da quelli tradizionali orientandosi verso figure STEM, Ingegneri, specialist in Scienze Umane e Sociologiche (Lingue, Lettere, Filosofia, Scienze Politiche, ecc…).

Nel corso del 2022 manager del Gruppo Crédit Agricole Italia visiteranno
diverse facoltà degli Atenei siciliani per testimoniare, attraverso
l’esperienza personale, la realtà della banca agli studenti dei diversi ambiti
di appartenenza prevedendo anche giornate di Project Work o
Hackaton.

Il progetto – che vede l’Università
di Catania
come capofila – è stato illustrato questa mattina nell’Aula Magna
del Palazzo Centrale nel corso di una tavola rotonda intitolata “La sfida del
merito – I giovani per il rilancio del Paese”, introdotta dal Rettore Prof.
Francesco Priolo, dopo il saluto del
Dott. Roberto Ghisellini, Direttore Generale di Creval – Gruppo
Crédit Agricole Italia.

“Siamo lieti di accogliere questo importante incontro per illustrare tutte le opportunità che saranno offerte ai nostri giovani più brillanti – ha evidenziato il Prof. Francesco Priolo –, grazie alla collaborazione con Crédit Agricole e Creval che ci inorgoglisce particolarmente.

Questo interesse verso i nostri studenti costituisce un significativo riconoscimento per il lavoro che stiamo conducendo, e conferma che la strada giusta è quella del dialogo con le aziende, per comprendere meglio le esigenze del mercato del lavoro e delle professioni, e offrire sempre più ai nostri giovani laureati quelle chances occupazionali che finora sono state purtroppo ridotte e hanno penalizzato la nostra terra, costringendo spesso i migliori di loro a cercare adeguate opportunità altrove. Riconoscere il merito, significa infatti valorizzare il talento e l’impegno, premiando il risultato”.

“Il merito è un concetto semplice, immediato, che non si presta a
compromessi – ha osservato la Prof.ssa Elita Schillaci, ordinario di Economia e gestione delle imprese al
dipartimento di Economia e Impresa che ha coordinato la tavola rotonda –. Il merito
è know how, cultura, competenza, ma è anche impegno, tenacia, umiltà
nell’apprendere dagli errori senza calpestare l’altro, facendo le cose con
passione e dedizione. Ma il merito oggi convive sempre più con Meritofobia e
Mediocrazia. È facile convincere i giovani che l’impegno non serva, che la
coerenza sia solo rigidità, che l’etica non conti e che serva solo l’appartenenza.
Ma al senso più autentico e profondo del merito i nostri giovani non devono mai
rinunciare, ancor di più in una società diventata così fragile e complessa”.
“La Rete del placement universitario siciliano – ha precisato il Prof.
Vincenzo Fasone, presidente della
Rete – nasce a sostegno dei percorsi di carriera dei nostri giovani. Plaudiamo quindi
all’iniziativa odierna che, in modo qualificato, intende rafforzarli.”

“L’impegno di Crédit Agricole Italia – ha spiegato la Dott.ssa Giuliana Ricci, Responsabile Area
Formazione e Sviluppo del Personale – è quello di attrarre giovani che abbiano
l’ambizione di costruire insieme all’Azienda un percorso di crescita e di
sviluppo sia professionale che personale a beneficio loro e di tutti i nostri clienti,
cuore del nostro impegno quotidiano. Il merito sarà la chiave per aprirsi le
migliori opportunità”.

“La Banca d’Italia coglie la sfida del merito “per e con” i giovani in una
duplice prospettiva – ha evidenziato il Dott. Giorgio Pataracchia, capo servizio Sviluppo delle Professionalità
di Bankitalia –: attraverso concorsi pubblici selettivi e imparziali, ispirati
a principi di trasparenza e di obiettività, che sono il primo investimento che
facciamo in capitale umano, per offrire ai giovani che si affacciano sul
mercato del lavoro un’esperienza professionale unica nel suo genere; più
avanti, durante il loro percorso di sviluppo, con occasioni di crescita e
l’assunzione di responsabilità legate al merito individuale che promuovono un
metodo di lavoro basato sul rigore delle analisi, sul confronto, sulla qualità
del servizio”. “Per questa ragione – ha proseguito il Dott. Pataracchia –
privilegiamo sistemi gestionali innovativi, orientati alla crescita
personalizzata delle nostre risorse; proponiamo modelli di sviluppo delle
competenze attraverso percorsi manageriali e professionali che si aprono anche
ad esperienze esterne e all’estero, fornendo consulenza e supporto individuale
e curando le iniziative di formazione e aggiornamento continuo”.

A conclusione dell’incontro, che ha visto anche gli interventi dell’Amministratore
Unico di NTET S.p.A., Cav. Francesco Tornatore, e dell’Area Manager Sud Italia
di Mag S.p.A., Avv. Daniela Vitale, oltre che di una rappresentanza degli
studenti dei quattro atenei siciliani, la presidente e Ceo di AlmaLaurea, Dott.ssa
Francesca Pasquini, ha rilevato
che “la pandemia ha imposto nuovi paradigmi sociali, economici e manageriali e
la sfida del merito costituisce oggi lo spazio di gioco per tutti i player del
mercato del lavoro in cui l’adattamento ai continui mutamenti è la vera chiave
di volta. Come AlmaLaurea ci sentiamo protagonisti della rivoluzione in atto: e
proprio a partire dalla Sicilia ci siamo impegnati nello sviluppo di un
ecosistema territoriale in grado di attirare, trattenere e far crescere una
forza lavoro giovane e poliedrica, fare diventare le organizzazioni sempre più
skills-centric per una solida strategia di gestione della forza lavoro in grado
di affrontare le sfide del prossimo «new normal»”.

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