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VIDEO | Dall’Afghanistan a Palermo per lottare per la vita, la piccola Ayeda è in Sicilia

Marianna Strano
Marianna Strano

Un viaggio dall’Afghanistan all’Iran, dove vive da profuga con i genitori, e fino all’Ismett di Palermo per ricevere un trapianto di fegato: è la storia della piccola Ayeda, che ad appena due anni conosce il contesto della povertà, del dolore e della malattia e lotta per sopravvivere.

La piccola, finalmente, è arrivata in Sicilia per ricevere cure nel centro palermitano. Lo ha annunciato, con un post su Facebook, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani: “Ce l’abbiamo fatta. La piccola Ayeda dall’Afghanistan all’Ismett di Palermo. Un grandissimo lavoro di squadra“. “Oggi è uno dei giorni più belli della mia vita”, aggiunge il governatore in un altro post con il video dell’arrivo della piccola.

Ayeda, dall’Afghanistan a Palermo per un trapianto di fegato

La bimba, profuga con i genitori in Iran, è affetta da una grave malattia. Si tratta – si legge nella petizione su Charge.org attivata per farla aiutare in Italia – di Colestasi Intraepatica Familiare Progressiva (PFIC), una malattia genetica rara che compromette la formazione della bile ed è caratterizzata, spiega l’Osservatorio Malattie Rare OMAR, “da una riduzione o un arresto del flusso della bile dal fegato all’intestino (colestasi), fenomeno che causa lo sviluppo di prurito, ittero e malattia epatica progressiva”.

Una vita da profuga

Ayeda, due anni, conosce già la sofferenza. Fuggita dall’Afghanistan, vive con i genitori da profuga in Iran, tra l’altro con un visto la cui scadenza era prevista ad agosto e quindi a rischio di rimpatri forzati in una terra che tra i suoi tanti problemi ha anche quello di non poter offrire le cure sanitarie di cui la bambina ha bisogno.

L’appello a Tajani e l’accoglienza in Sicilia

Negli scorsi mesi, per la piccola Ayeda si erano mobilitate associazioni italiane e straniere, chiedendo direttamente al ministro degli Esteri Antonio Tajani il trasferimento urgente della bambina in Italia per salvarle la vita.

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Fonte foto: Renato Schifani, via Facebook