Aziende agricole, crollo in Sicilia negli ultimi 10 anni - QdS

Aziende agricole, crollo in Sicilia negli ultimi 10 anni

Aziende agricole, crollo in Sicilia negli ultimi 10 anni

mercoledì 17 Agosto 2022

Censimento Istat: tra 2010 e 2020 le imprese si sono ridotte del 35%, peggio solo Campania (-42) e Liguria (-36). La nostra regione resta leader negli agrumi

PALERMO – Tra il 2010 e il 2020 il numero di aziende agricole in Sicilia scende del 35,2%. Un terzo posto in negativo preceduto solo dalla Campania (-42%) e dalla Liguria (36,3%). La flessione media registrata per il complesso delle aziende trova riscontro nell’intera Penisola: la percentuale scende di almeno il 22,6% (nel caso della Sardegna) in tutte le regioni, ad eccezione delle province autonome di Bolzano (-1,1%) e di Trento (-3,4%) e della Lombardia (-13,7%). Nel decennio la riduzione del numero di aziende è maggiore nel Sud (-33%) e nelle Isole (-32,4%) mentre nelle altre ripartizioni geografiche si attesta sotto la media nazionale.

Il 7° Censimento generale dell’agricoltura dell’Istat

Lo certifica l’Istat che ha diffuso i risultati del 7° Censimento generale dell’agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all’annata agraria 2019-2020, dopo il posticipo imposto dal perdurare della pandemia. Si tratta dell’ultimo censimento a cadenza decennale che restituisce una fotografia puntuale del settore agricolo e zootecnico e offre una lettura approfondita che abbraccia una pluralità di temi – dalle caratteristiche del conduttore all’ utilizzo dei terreni e consistenza degli allevamenti, dai metodi di gestione aziendale alla multifunzionalità fino alla manodopera impiegata.

A livello nazionale a ottobre 2020 risultano attive in Italia 1.133.023 aziende agricole

Nell’arco dei 38 anni intercorsi dal 1982 – anno di riferimento del 3° Censimento dell’agricoltura, i cui dati sono comparabili con quelli del 2020 – sono scomparse quasi due aziende agricole su tre. Nel dettaglio, il numero indice del numero di aziende agricole indica una flessione del 63,8%. La riduzione è stata più accentuata negli ultimi vent’anni: il numero di aziende agricole si è infatti più che dimezzato rispetto al 2000, quando era pari a quasi 2,4 milioni.

Nel 2000 la gestione di terreni esclusivamente di proprietà del conduttore rappresentava la grande maggioranza dei casi (85,9%) mentre nei venti anni successivi si è molto ridotta (-27,3 punti percentuali nel 2020). Parallelamente, si sono fortemente diffusi i casi di affitto (l’incidenza è passata da 2,4% a 10,1%), di gestione a uso gratuito (da 1,3% a 6,0%) e delle altre forme di gestione (da 10,4% a 25,2%).

Il tipo di utilizzo dei terreni agricoli non muta sostanzialmente in dieci anni

Oltre la metà della Superficie Agricola Utilizzata continua a essere coltivata a seminativi (57,4%). Seguono i prati permanenti e pascoli (25,0%), le legnose agrarie (17,4%) e gli orti familiari (0,1%). In termini di ettari di superficie solo i seminativi risultano leggermente in aumento rispetto al 2010 (+2,9%). I seminativi sono coltivati in oltre la metà delle aziende italiane, ossia più di 700mila (-12,9% rispetto al 2010), per una superficie di oltre 7 milioni di ettari (+2,7%) e una dimensione media di 10 ettari. In Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Puglia è concentrato il 41,4% della superficie nazionale dedicata a queste colture. Tra i seminativi, i più diffusi sono i cereali per la produzione di granella (44% della superficie a seminativi). In particolare, il frumento duro è coltivato in oltre 135mila aziende per una superficie di oltre 1 milione di ettari.

Le legnose agrarie sono coltivate da circa 800mila aziende (-32,8% sul 2010) per una superficie pari a 2,1 milioni di ettari (-8,2%) e una dimensione media di 2,7 ettari. Pur essendo diffuse in tutto il territorio nazionale sono per lo più concentrate nel Mezzogiorno, soprattutto in Puglia, Sicilia e Calabria che complessivamente detengono il 46% delle aziende e il 47% della superficie investita. La Puglia è la regione con il maggior numero di aziende coltivatrici (170mila) e di superficie investita (491mila ettari), seguita dalla Sicilia (111mila aziende e 328mila ettari). Tra le coltivazioni legnose agrarie l’olivo è quella più diffusa e va a influire sulla distribuzione delle legnose agrarie nel Mezzogiorno. Gli agrumi mostrano una netta concentrazione in Sicilia, dove la superficie dedicata rappresenta il 55% del totale nazionale (circa 61mila su 112mila ettari totali).

I prati permanenti e i pascoli sono presenti in circa 285mila aziende (+3,8% rispetto al 2010) e occupano una superficie di 3,1 milioni di ettari (-8,7%). Per questo tipo di coltivazione la Sicilia è la regione con il maggior numero di aziende (43mila) e la Sardegna quella con la maggiore superficie dedicata (698mila ettari).

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