Aziende controvento, competitive e innovative: in Sicilia solo il 6,6% - QdS

Aziende controvento, competitive e innovative: in Sicilia solo il 6,6%

Marco Carlino

Aziende controvento, competitive e innovative: in Sicilia solo il 6,6%

mercoledì 23 Febbraio 2022

Sono questi i dati dello studio realizzato da Nomisma in collaborazione con Crif e Cribis. Nonostante la pandemia hanno continuato a crescere e aumentato il volume d’affari

PALERMO – In Sicilia, contro i pronostici e nonostante le crisi, alcuni settori manifatturieri hanno registrato un aumento costante negli ultimi anni, con risultati spesso sensazionali. Sono le aziende “Controvento”, che innovano, che abbracciano le sfide competitive del paese e che sono in grado di andare avanti anche nei momenti di difficoltà. Attraverso un’analisi aggregata sui bilanci di un campione di 1.540 imprese di capitali manifatturiere, uno studio realizzato da Nomisma, in collaborazione con Crif e Cribis, evidenzia come il 6,6% del totale (101 imprese) sia riuscita a garantire elevati parametri di competitività per quanto riguarda crescita dei ricavi, marginalità industriale, creazione di valore aggiunto anche in un anno come il 2020, pesantemente condizionato dalla diffusione della pandemia e dai conseguenti impatti sull’economia reale. Un dato leggermente superiore alla media nazionale (6,5%).

La dimensione delle imprese controvento siciliane è anche testimoniata dal dato di ricavi nel 2020: 715 milioni di euro di cui a livello settoriale svetta al primo posto il comparto gomma e plastiche (+26,5%), seguito dagli alimentari (+24,8%), mentre sul gradino più basso del podio troviamo i minerali non metalliferi (+8,6%). Non solo, le imprese che navigano “controvento” tra il 2015 e il 2020 hanno visto crescere i ricavi ad un ritmo pari al +69,7% annuo contro il -9,3% fatto segnare dalle “non controvento”. Inoltre, nell’anno dell’esplosione della pandemia le imprese controvento hanno continuato a crescere segnando un ulteriore incremento del volume d’affari, pari a +13,5%.

Nell’analisi nazionale, le aziende “controvento”, come accennato prima, rappresentano il 6,5% del totale, generano il 10% dei ricavi e il 16% del valore aggiunto complessivo della manifattura del Paese. Tra il 2015 e il 2020 hanno visto crescere i ricavi ad un ritmo pari all’8,9% annuo contro il -0,2% fatto segnare dalle “Non Controvento”. Nello specifico, nell’anno dell’esplosione della pandemia e dei lockdown produttivi le imprese Controvento hanno continuato a crescere segnando un ulteriore incremento del volume d’affari, pari a +5,5%, mentre il restante 93,5% del sistema produttivo nazionale ha registrato mediamente un fortissimo calo (-11,2%).

A livello settoriale si possono individuare alcuni comparti che hanno visto accelerare la propria rilevanza tra le imprese Controvento. Tra i settori vincenti nel 2020 lo studio identifica: la farmaceutica, il packaging, i produttori di cicli e motocicli, il settore del vetro e della ceramica, della gomma e delle materie plastiche. Per evidenti ragioni collegate anche alla diffusione della pandemia, la farmaceutica, in tutto il Paese, è il settore che ha visto maggiormente aumentare la propria quota di Controvento sia per numero di imprese (+246%) che di ricavi (+175%).

Infine, come sottolinea il rapporto, le imprese Controvento hanno investito negli ultimi cinque anni quasi il doppio rispetto alle altre imprese manifatturiere italiane e nel 2020 la flessibilità finanziaria garantita da un adeguato polmone di liquidità ha consentito di affrontare la pandemia senza rallentare gli investimenti, cogliendo così le opportunità di crescita anche in contesti avversi. I ritorni (su attivo e patrimonio netto) delle aziende Controvento si dimostrano mediamente quattro volte superiori alle imprese italiane.

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