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Le aziende italiane si preparano alla guerra: nei contratti spuntano clausole in caso di conflitto

Le aziende italiane si preparano alla guerra: nei contratti spuntano clausole in caso di conflitto
Guerra Medio Oriente – Imagoeconomica

Le aziende, specie le multinazionali, pensano alla guerra come una cosa non solo possibile, ma persino probabile

Le aziende, specie le multinazionali, pensano alla guerra come una cosa non solo possibile, ma persino probabile. Tanto da mettere una clausola nei contratti, nero su bianco.

Il libro

Un libro racconta per la prima volta come questa clausola sia messa in un contratto tra due aziende italiane. Un’economia che la storia ha sempre descritto come un’eccezione legata a contesti estremi, ma che oggi, secondo gli autori Alberto Saravalle (giurista) e Carlo Stagnaro (economista), rischia di trasformarsi in un nuovo paradigma di riferimento.

Il ritorno all’economia di guerra

Se la guerra è tornata, come titolano i primi capitoli di Capitalismo di guerra (Fuori Scena, pp. 219), è tornata anche la sua economia. Quella che i manuali di storia descrivono come eccezione drammatica, e che invece oggi rischia di diventare la nuova normalità.

Come scrive il Corriere della Sera, Il titolo è forte, altrettanto la tesi: la logica del conflitto, un tempo relegata al dominio della geopolitica e delle armi, si è infiltrata nei meccanismi del mercato globale, negli assetti produttivi, nei flussi di investimento e persino nel diritto.

Il riferimento all’articolo 5

Il saggio, non a caso, si apre con una notizia: un contratto di acquisizione, concluso tra due delle principali società italiane, nel quale compare in bella vista, per la prima volta, «una clausola che consente il recesso se scoppia un conflitto che possa coinvolgere l’Italia (e per la precisione, il riferimento è proprio all’articolo 5 del Trattato Nato)». Contratto vero, siglato nella primavera 2024. «Fino a poco tempo fa, queste clausole, utilizzate nei Paesi in cui sono frequenti scontri armati o guerre civili – si legge nel libro – sarebbero state impensabili nell’Unione europea». Ma evidentemente non è più così.