Baby sitter, le nuove abitudini dei genitori nel post-pandemia - QdS

Baby sitter, le nuove abitudini dei genitori nel post-pandemia

redazione

Baby sitter, le nuove abitudini dei genitori nel post-pandemia

sabato 24 Luglio 2021

L’analisi Sitly su costi e preferenze degli italiani. Otto euro la tariffa predominante, il 16% ha notato un aumento dei prezzi

MILANO – Nell’ultimo sondaggio svolto da Sitly, piattaforma per la ricerca di baby sitter, si è voluto sondare quale sia ad oggi la cifra oraria che un genitore italiano è disposto a spendere per una baby sitter che accudisca i figli.

Otto euro è risultata la cifra oraria più popolare, scelta dal 37,1% dei genitori intervistati. Segue 7 euro, selezionato dal 19,6%. C’è solo un’8% disposto a spendere anche oltre i 10 euro. Questi valori non trovano grande variazione che si tratti di una collaborazione con la baby sitter per il servizio diurno, il doposcuola o il servizio serale. C’è invece un certo divario quando viene chiesto il compenso che un genitore ritiene più adeguato per una baby sitter madrelingua, ad esempio inglese. In tal caso ben il 24,9 % degli intervistati ha dichiarato di poter spendere oltre i 10 euro per un accudimento in lingua.

I genitori inoltre dichiarano che nel 37,5% delle volte la loro offerta economica si allinea con la richiesta di compenso da parte delle baby sitter; per il 25% può accadere di non trovarsi d’accordo ma alla fine si trova la soluzione; per il 19,7 dei casi la baby sitter chiede cifre più alte e quindi diventa difficile iniziare la collaborazione.

Altro dato interessante è che, secondo il 31,5% dei genitori, il costo delle baby sitter dopo l’emergenza pandemica è rimasto uguale, sebbene il 16,9% ritenga che le richieste economiche siano aumentate (ma solo per il 2,7% che siano aumentate di molto).

Sempre approfondendo il tema dell’emergenza pandemica e confrontando il “prima e il dopo”, il 14,5% dei genitori non ha mai smesso di chiamare a servizio la baby sitter, il 18,9% ha ripreso oggi come prima del lockdown. Il 10% invece non ha più chiamato la tata per timore dei contagi; il 6% perché ha perso il lavoro (e quindi non ha più avuto necessità di una baby sitter) o perché la disponibilità economica è diminuita.

E in vacanza? Il 53,7% dei genitori ritiene che non vorrebbe una baby sitter con sé. Di questi il 56,8% considera la vacanza come “un affare di famiglia”, il 22% pensa che avere una baby sitter anche in vacanza risulterebbe troppo caro, l’8% non ne ha bisogno perché si sono già i nonni ad accudire i figli.

Al contrario, il 37% degli intervistati si dichiara interessato alla collaborazione estiva, il 6% ha già provato l’esperienza e il 3% lo farà per la prima volta quest’anno. Di questi genitori il 35,4% sceglie la baby sitter in vacanza per avere più tempo libero come coppia; il 27,2% sente di avere bisogno di aiuto in generale per potersi godere la vacanza; il 16,5% dichiara di lavorare anche in estate e dunque, senza la baby sitter, non saprebbe a chi affidare i figli.

Il 59,6% dei genitori che vorrebbe la baby sitter durante le vacanze estive avrebbe piacere di confermare la stessa che collabora abitualmente durante l’anno. È sempre di 8 euro la tariffa che un genitore è disposto a spendere all’ora, come media, nel luogo di vacanza.

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