PALERMO – Il mare siciliano rimane un luogo di bellezza naturale e di piacevolezza per i bagnanti, isolani o meno.
Eppure, nel 2024 la sua qualità ha subito una flessione rispetto all’anno precedente, un cambio di rotta rispetto agli ultimi anni. I dati sono quelli raccolti da Arpa Sicilia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Nel 2024, il sistema di monitoraggio siciliano ha mantenuto lo stesso numero di stazioni dell’anno precedente: 782 punti di campionamento, distribuiti lungo gli oltre 1.600 chilometri di costa tra l’isola maggiore e le isole minori. La grande estensione del litorale rende la Sicilia la regione italiana con la maggiore superficie balneabile.
Su 782 punti di campionamento oltre 81% “eccellenti”
Di questi 782 punti, 640, l’81,8% sono stati classificati come “eccellenti”, cioè con acqua di altissima qualità. Seguono 77 stazioni “buone” , pari al 9,8% del totale, mentre il 4%, 31 stazioni, sono “sufficienti”, e 10, appena l’1,3%, sono “scarse”. I restanti 24 punti non sono stati classificati.
La situazione ha subito una lieve flessione
Rispetto al 2023, la situazione ha subito una lieve flessione. L’anno scorso, infatti, i punti eccellenti erano 658, pari all’84,1%. Anche se non si tratta di un crollo particolarmente significativo, il dato interrompe il miglioramento registrato dal 2021 in poi, l’anno in cui, nel periodo recente, è stato raggiunto il valore più basso, solo il 78,2% delle acque erano classificate come eccellenti.
Dal 2022 in poi c’era stata una risalita: 79,7% nel 2022, 84,1% nel 2023. Il 2024 quindi segna una leggera inversione di tendenza. Se si amplia lo sguardo all’ultimo decennio, dal 2013 al 2024, si nota una generale stabilità, con qualche oscillazione.
Il picco di qualità si è registrato nel 2014, quando le acque eccellenti erano ben 721 su 761, ben il 94,7% del totale. Da lì in poi, però, la percentuale è gradualmente calata.
Il numero di punti “scarsi” è sempre rimasto contenuto
Nel 2024 sono 10, mentre nel 2021 erano arrivati a 19. Il numero di stazioni “sufficienti” è anch’esso in leggero calo: 31 quest’anno, erano 35 nel 2023 e 44 nel 2021. In sintesi, la qualità eccellente resta ampiamente predominante, ma il confronto con il passato più remoto fa riflettere: dal 94,7% del 2014 all’81,8% di oggi c’è una differenza che non può essere ignorata.
La lunghezza delle coste balneabili
Un altro dato interessante riguarda la lunghezza delle coste balneabili, cioè quelle accessibili, monitorate e senza divieti. Anche qui il quadro è stabile: tra il 2021 e il 2024 non si registrano grandi variazioni. In valore assoluto, ogni anno in Sicilia ci sono circa 250 chilometri di costa balneabile, su un totale che, tra isola maggiore e minori, supera i 1.600 km. Significa che più del 50% del litorale accessibile è effettivamente balneabile, un dato più che positivo, considerando la morfologia e le difficoltà di alcune aree.
Se si scende più nel particolare, dall’analisi dei punti “eccellenti” dal 2010 al 2024 emerge che Palermo è la provincia che ha subito la flessione più marcata negli ultimi anni. Le altre province mostrano invece una situazione più stabile. Le principali cause di peggioramento sono note da tempo: scarichi fognari non depurati, inquinamento da attività industriali, acque di scolo provenienti dai campi agricoli, oltre a scarichi da navi o piattaforme energetiche.
La normativa impone il monitoraggio di due parametri principali: Escherichia coli ed enterococchi intestinali, due batteri che segnalano contaminazioni fecali. Se i valori superano i limiti stabiliti, scatta il divieto temporaneo di balneazione, che può poi essere revocato in caso di miglioramento.

