ROMA – L’82% dei genitori dichiara che al proprio bambino è capitato di farsi male in casa, soprattutto nei primi 24 mesi di vita. Cosa che genera una certa ansia, in particolare tra le mamme (82% rispetto al 79% dei papà), tra i monogenitori (96%) e in chi ha i bambini più piccoli (86% nei genitori con figli 0-2 anni; addirittura 100% per il monogenitore con figli da 0 a 2 anni). Per questo nel 95% dei casi i genitori hanno preso provvedimenti per mettere in sicurezza le abitazioni e si dicono disposti a spendere anche di più (l’86%) per acquistare un prodotto che abbia standard di sicurezza più alti, in particolare nel packaging.
Sono alcuni dati emersi dall’indagine realizzata all’interno del progetto “Home Safe Home – Casa sicura a misura di bambino” sviluppato da Moige- Movimento Italiano Genitori onlus, in collaborazione con Duracell, dal quale è nata anche una breve guida con suggerimenti chiave in 10 punti per la sicurezza in casa che sarà inviato a oltre 100.000 persone, tra genitori e nonni, per aiutarli a prevenire gli incidenti.
Secondo l’indagine realizzata dall’istituto Piepoli il 95% dei genitori mette in campo delle azioni preventive (in media 2,3 accorgimenti per genitore): dall’adozione di paraspigoli per evitare contusioni ed eventuali ferite (72%) al riporre al sicuro i prodotti potenzialmente pericolosi come detersivi, medicinali e batterie (69%) fino all’istallazione dei copri prese anti scossa elettrica (55%).
I genitori hanno identificato spontaneamente 10 potenziali “nemici” della sicurezza dei loro figli, ovvero: angoli e spigoli (28%), elettricità (25%), fonti di calore o gas (22%), mobili (18%), detersivi (11%), balconi/finestre/altezze (11%), scale (10%), piccoli oggetti incustoditi (6%), oggetti taglienti (6%) e disattenzione (5%).
Raffrontando queste risposte con quelle fornite nell’indagine effettuata nel 2013, emerge – viene spiegato – come il livello assoluto delle percentuali di risposta date dai genitori sia molto più basso di quello di 7 anni fa. “Ciò potrebbe significare, come analizzato dall’Istituto di Ricerca, che i genitori oggi sono un po’ meno coinvolti sul tema sicurezza domestica, da cui l’importanza di rinnovare nel tempo campagne di sensibilizzazione a loro rivolte”.
Inoltre, rispetto a 7 anni fa, cambia anche l’ordine interno delle fonti di pericolo: se nel 2013, per esempio, i detersivi erano al primo posto con il 50%, oggi sono in quinta posizione con l’11%.

