L’appello ieri a margine del convegno del sindacato dei bancari a Palazzo dei Normanni. Il segretario nazionale Masi: “Il rischio è che la malavita si sostituisca agli istituti di credito”
PALERMO – Contro il rischio di desertificazione bancaria di interi territori della Sicilia “la Regione deve applicare la sua moral suasion”.
Lo chiede Massimo Masi, segretario nazionale della Uilca, a margine dell’incontro “+ Sud”, a Palazzo dei Normanni, a Palermo.
Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia dal 2017 al 2018 si è perso il 10% degli sportelli bancari in Sicilia. Un rischio che, comunque, riguarda non solo la Sicilia ma intere aree del Paese, specie nel Meridione. “Il territorio nazionale è troppo diverso – spiega Masi -, se i conti on line sono il 25% al Nord, calano al 20% al Centro e al Sud sono ancora meno. Quindi al Sud le filiali lavorano ancora”.
“La nostra preoccupazione è che ci sia una desertificazione che può presupporre l’ingresso della malavita – aggiunge -. Quando in un Paese si chiudono le filiali della posta o di una banca, saltano fuori quei promotori che di sicuro sono meno vigilati rispetto ad un istituto di credito”.
Il tema della chiusura delle filiali sarà centrale anche nella trattativa sul rinnovo del contratto dei bancari che riprenderà a breve. “Nel contratto abbiamo proposto il mantenimento dei posti di lavoro e il mantenimento di poli di eccellenza al sud e proponiamo di tenere aperte quante più filiali possibili – sottolinea il segretario nazionale della Uilca -. Lo stiamo facendo con una cabina di regia a livello nazionale per studiare la situazione globale. La trattativa sindacale sul contratto dovrà ripartire a breve e ripartirà proprio dalla cabina di regia che è il fulcro della questione”.
L’appello di Masi è rivolto anche alle banche, a cui Masi ha chiesto di non trascurare le zone del meridione, “evitando un ulteriore penalizzazione sulla professionalità̀ degli addetti”. “In Sicilia si sono persi 2.308 posti di lavoro, – ha aggiunto – con la chiusura di 291 sportelli negli ultimi sei anni, oltre alla fine di una decina di filiali di banche di credito cooperativo. In molti comuni dell’Isola non esiste più̀ uno sportello bancario”. Per questo la Uilca continua “a sollevare la questione meridionale e chiede di aprire un confronto con il governo regionale e con le altre parti sociali”.
“La Uilca non ha nessuna intenzione di indietreggiare sulle proprie posizioni – ha affermato – nei confronti di una politica, locale e nazionale, cieca e sorda, da cui più volte sono state sollecitato risposte che non sono mai arrivate e che da anni non investe e che si dimentica di territori che meritano di essere valorizzati. Proprio dalla politica voglio partire, perché è quest’ultima che deve occuparsi dei territori del Sud, il sindacato può essere di ausilio ma certamente da soli potremmo fare ben poco”.
Presente al convegno anche Claudio Barone, segretario regionale della Uil Sicilia. “Abbiamo una situazione in cui si sta passando dalla desertificazione industriale anche alla desertificazione bancaria. Un tessuto bancario sano è condizione fondamentale della ripresa del tessuto produttivo”, ha sottolineato Barone.