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Banda spaccaossa, due secoli carcere per trentatré imputati

Banda spaccaossa, due secoli carcere per trentatré imputati

Tra loro ci sono anche sei donne. Nel processo di primo grado conclusosi a Palermo alla sbarra una banda con un giro d’affari da dodici milioni di euro. Provocava fratture e ferite a persone con gravi problemi economici versando loro poche centinaia di euro e incassando grosse somme dalle assicurazioni

Il Gup del tribunale di Palermo, Giulia Malaponte, ha condannato a pene complessive per poco meno di due secoli, trentatré dei trentotto imputati nel processo scaturito dalle inchieste sui cosiddetti spaccaossa, culminate nei blitz “Tantalo” dell’agosto 2018 e “Tantalo bis” dell’aprile successivo.

Pene che confermano quanto emerso dalle indagini della squadra mobile, coordinate dai procuratori aggiunti Ennio Petrigni, Salvatore De Luca e Sergio Demontis, assieme ai sostituti Daniele Sansone e Alfredo Gagliardi.

Tutto era partito dall’inchiesta sulla morte di un tunisino, Yacoub Hadri, il nove gennaio del 2017 in una strada di Brancaccio.

Apparentemente il giovane sembrava non essere sopravvissuto a un incidente stradale autonomo, ma dopo una perizia era emerso invece che le lesioni non sarebbero state compatibili con la dinamica dell’ipotetico sinistro.

E così si era scoperto il vasto giro d’affari sui finti incidenti: era venuto fuori come Hadri fosse in realtà morto per le ferite procurategli da una delle bande di spaccaossa.

Alle finte vittime andavano poche centinaia di euro per rimediare lesioni anche permanenti, mentre le bande, secondo gli investigatori, avrebbero mosso un giro di almeno dodici milioni di euro.

Ecco le condanne inflitte dal giudice.

La pena più elevata è stata comminata a Gesuè Giglio 16 anni e 4 mesi.

Seguono Alfredo Santoro 15 anni; Francesco Faija detto “Berlusconi” 14 anni e 10 mesi; Rita Mazzanares 8 anni e 10 mesi.

Con pene inferiori Mario Modica e Giuseppe Portanova 7 anni e 10 mesi a testa; Gioacchino Campora 7 anni e mezzo; Francesco La Monica 7 anni e 2 mesi; Letizia Silvestri 7 anni; Massimiliano Vultaggio 6 anni e mezzo; Carlo Alicata, Salvatore Di Liberto e Antonino Santoro 6 anni ciascuno; Graziano D’Agostino 5 anni e 4 mesi.

Meno di cinque anni di reclusione per Giuseppe Mazzanares e Domenico Schillaci 4 anni e 10 mesi a testa; Filippo Anceschi detto “il nano” 4 anni e mezzo; Salvatore Arena 4 anni; Antonio Giglio, Cristian Pasca e Maria Silvestri 3 anni e 10 mesi ciascuno; Monia Camarda 3 anni e 8 mesi; Mario Fenech e Giovanna Lentini 3 anni e 4 mesi ciascuno; Vincenzo Cataldo 3 anni e 2 mesi; Gaetano Alicata e Giovanni Napoli 3 anni a testa; Piero Orlando 2 anni e 10 mesi.

Salvatore Di Gregorio, Isidoro Faija e Vittorio Filippone sono stati condannati a 2 anni e mezzo a testa; Alfonso Macaluso 2 anni e 4 mesi; Maria Mazzanares a 2 anni.

Sono stati invece scagionati: Michele Di Lorenzo, Giuseppe Rosciglione, Antonino Saviano, Gaetano Girgenti e Salvatore Mazzanares.

Il giudice ha anche disposto che i condannati risarciscano le compagnie assicurative che si erano costituite parte civile, così come la madre di Hadri.

Finora sono ben cinque le indagini che la Procura ha dedicato al filone degli spaccaossa.