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Bar, ristoranti e alberghi, raffica di chiusure in Sicilia: in pochi resistono alla crisi

Bar, ristoranti e alberghi, raffica di chiusure in Sicilia: in pochi resistono alla crisi

In Sicilia exploit solo di Catania negli ultimi 12 anni, Messina e Siracusa tengono a stento. Tracollo a Palermo

Da una parte città invase dai turisti per molti mesi all’anno, dall’altro la scomparsa di tante attività commerciali che rendevano i quartieri vivibili e “casa” per tutti coloro che li abitavano. Negli ultimi 12 anni i numeri relativi a bar, ristoranti e alberghi sono in netta diminuzione, in quasi tutte le province siciliane. Soprattutto i bar, che sono sempre stati punti aggregazione per la comunità, si sono ridotti moltissimo, in particolare fuori dal centro storico.

Bar, ristoranti e alberghi, raffica di chiusure in Sicilia: in pochi resistono alla crisi

Gli studi

L’ufficio studi di Confcommercio ha stilato un resoconto relativo alle maggiori città siciliane e i risultati sono sconfortanti. Nonostante la somma finale regionale sia positiva, l’unica provincia se segna una vera importante crescita è Catania, dove si segnalano 6.645 nuove imprese del commercio e della ristorazione, mentre a Palermo se ne perdono ben 1.164. In crescita, ma con numeri esigui, soltanto Messina, con sole 99 nuove imprese, e Siracusa, con 66.

Mentre crescono i centri storici, si desertificano le periferie

Le maggiori perdite riguardano le periferie delle città siciliane, mentre il centro storico cresce grazie all’importante afflusso turistico registrato negli ultimi anni. La desertificazione delle città è dimostrata dalla riduzione dei bar, in particolare fuori dal centro storico.

Dal 2012 al 2024 sono andati persi, ad Agrigento, 25 bar, mentre 27 se ne contano a Caltanissetta, e 9 a Enna. A Messina i bar chiusi salgono a 72, mentre a Palermo sono 186 fuori dal centro storico; a Catania sono 86. Ragusa ne perde 24, Siracusa ben 83, Trapani 61. Gli alberghi si sono invece mantenuti abbastanza stabili, con riduzioni esigue nella provincia di Agrigento, Enna, Messina, Palermo e Siracusa, mentre crescono, ma sempre in numeri poco importanti, a Catania, Ragusa e Trapani. Il saldo finale positivo è determinato in larghissima parte dai ristoranti, che sono aumentati su tutto il territorio regionale.

Città svuotate dai negozi diventano meno sicure

La scomparsa nelle città di quelli che erano i punti di ritrovo sociali per eccellenza, insieme ai piccoli negozi artigiani, sostituiti da attività dedicate ai turisti segna il declino dei centri urbani, destinati a diventare dormitori, anche a causa del boom degli affitti brevi, che allontanano le famiglie a favore di toccate mordi e fuggi da parte di non residenti.

Le parole d Testa

Secondo Paolo Testa, responsabile Urbanistica e rigenerazione urbana di Confcommercio, “la desertificazione commerciale continua a rappresentare un elemento di depauperamento economico e sociale dei centri urbani che, tenendo conto anche della contestuale riduzione del numero di sportelli bancari, rischia di trasformarsi in un vero e proprio declino delle città. E’ un fenomeno che va contrastato con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività”.