Catania

Sgombero baraccopoli a Paternò, il sindaco Naso: “Il caporalato va combattuto, serve attività di programma”

“Io ho fatto un’azione nell’interesse della comunità e degli extracomunitari. A Ciappe Bianche non si può vivere senza acqua, senza luce e con gravi problemi igienico sanitari. Non è un luogo abitabile ed è un terreno privato nel quale i proprietari hanno fatto denuncia. Si pone anche il problema di individuare e conoscere le persone che sono in quel luogo, quindi c’è anche un problema di ordine pubblico e di legalità, perché uno quando sa che viene individuato viene più difficile delinquere o speculare su questa povera gente”. Così il sindaco di Paternò, Nino Naso, intervenuto al QdS.it, commenta la sua decisione di qualche giorno fa di sgomberare la baraccopoli di Ciappe Bianche, nella quale hanno vissuto finora diversi extracomunitari vittime di caporalato. Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro alla Prefettura di Catania dopo il quale la Cgil e la Flai Cgil, per bocca dei rispettivi segretari Carmelo De Caudo e Giuseppe Glorioso, hanno sottolineato come per queste persone si debba andare oltre le soluzioni tampone e come i loro diritti vadano tutelati.

“Incontro positivo in Prefettura”

Proprio in merito a quest’ultimo aspetto la questione nell’importante centro del versante ovest della provincia etnea ha comunque radici lontanissime nel tempo, in quanto “una volta a Paternò – prosegue Naso – i produttori agricoli davano la possibilità alle persone che andavano a lavorare di avere degli alloggi. Quindi venivano regolarmente contrattualizzate, pagavano l’affitto e non c’era alcun pericolo di speculazione o di lavoro nero. E’ emerso un impegno da parte di tutti, a cominciare dall’amministrazione e dalla prefettura, fino ad arrivare ai sindacati e alle associazioni di categoria che erano presenti. A giorni quel luogo sarà sgomberato e nel frattempo stiamo cercando di individuare chi ha a disposizione appartamenti. Ci saranno sicuramente extracomunitari non regolari e si dovranno fare le procedure per 8-10 giorni. Un incontro positivo, ma adesso ci vuole l’attività di programma, perché nella comunità paternese c’è un controllo serrato da parte di Carabinieri e Polizia Municipale”.

“Attività di programma per combattere il caporalato”

Il problema del caporalato va affrontato sia come detto da entrambi i sindacati che attraverso altre azioni, alcune delle quali devono vedere coinvolti anche gli enti locali.

“Il caporalato – conclude Naso – va combattuto con degli interventi mirati e con un’attività di programma nella quale tutte le parti sono chiamate in causa. C’è sicuramente chi specula su questa povera gente e non lo possiamo permettere. Dobbiamo organizzarci prima e il lavoro delle forze dell’ordine è importante, così come anche l’organizzazione da parte delle aziende per poter ospitare queste persone”.

“Con la Regione e con lo Stato si devono dare dei contributi e delle possibilità alle aziende per poter ricevere finanziamenti per questa attività. Sono d’accordissimo con De Caudo e Glorioso, questa è una realtà ed è giusto che queste persone si sentano protette e accolte e che abbiano la possibilità di avere una vita dignitosa. Stiamo individuando qualche luogo nel quale poter alloggiare gli extracomunitari irregolari. Poi dobbiamo programmare tutto e dovremmo farci trovare preparati”.