Sul tema del traffico attorno all’area di Catania ne ha parlato il segretario regionale del Partito Democratico Anthony Barbagallo. L’oggetto della questione è l’eccessiva congestione della tangenziale etnea, dove spesso si verificano code e rallentamenti. Per questo il deputato dem propone una nuova arteria pedemontana a quattro corsie che possa collegare i comuni della provincia.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Barbagallo: “La terza corsia in tangenziale non risolve il problema, serve nuova arteria”
“La tangenziale di Catania è una delle arterie più congestionate e pericolose della Sicilia. – dice il deputato e segretario del Pd Sicilia – Il progetto Anas di una terza corsia non risolve i problemi alla radice, ma rischia di essere soltanto un costoso palliativo. La terza corsia della tangenziale, voluta dal governo, infatti, imporrebbe i lavori in sede con restringimento della carreggiata per molto tempo mandando in tilt il traffico, non soltanto nella città di Catania, ma anche nella provincia e in tutta l’isola. Per questo noi proponiamo una bretella che parte dal casello di Acireale o anche, oltre che colleghi direttamente la Catania-Messina con la Catania-Palermo, una nuova arteria pedemontana a quattro corsie, che consentirebbe di drenare i flussi da nord verso ovest, una soluzione strutturale, in linea con il Piano urbano della mobilità sostenibile e con la prospettiva del corridoio TEN-T dello Stretto”.
Così il segretario del Pd Sicilia e capogruppo in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, che ha presentato un’interpellanza al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere di riconsiderare la strategia d’intervento sull’area metropolitana etnea. “Chiediamo al governo – aggiunge Barbagallo – di finanziare lo studio di fattibilità per quest’opera, poiché rappresenta l’unica soluzione per evitare di paralizzare il flusso del traffico nella città di Catania. Non si può aspettare, per noi è un’opera assolutamente prioritaria e quindi chiediamo al governo che finanzi lo studio di fattibilità il prima possibile”.

