“In Sicilia Sanità smantellata”. La replica: “Sbagli ancora” - QdS

“In Sicilia Sanità smantellata”. La replica: “Sbagli ancora”

Raffaella Pessina

“In Sicilia Sanità smantellata”. La replica: “Sbagli ancora”

mercoledì 13 Luglio 2022

Carenza personale e crisi pronto soccorso: botta e risposta Barbagallo-Razza. Sul tavolo dell’assessore anche il problema delle aggressioni ai medici

PALERMO – La sanità siciliana è in crisi, i pronto soccorso non funzionano e c’è carenza di personale. È in sintesi quanto è emerso nel corso dell’incontro che si è svolto a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo, organizzato dalla segreteria regionale Cimo (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) e della Federazione Cimo-Fesmaed (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) della Sicilia.

Come migliorare i Pronto Soccorso siciliani

“Vogliamo ragionare su come migliorare i Pronto Soccorso siciliani – ha spiegato il presidente regionale della Federazione Cimo-Fesmed, Riccardo Spampinato -. In Sicilia c’è solo il 53% dei medici in servizio rispetto alle piante organiche previste, sui 786 ce ne sono 414. Questo è già un segno di criticità enorme. Inutile fare i Pronto Soccorso con cinque sale visite se poi c’è un solo medico. Questo sistema comporta lunghe attese nella zona di filtro nel triage. Il paziente che arriva, siccome è convinto di essere lui il centro del mondo, ad un certo punto vuole una risposta che arriva dopo 2-3 ore e a quel punto sfoga tutta la sia rabbia e instabilità sociale. Non c’è il rispetto del camice, della divisa e dell’insegnante, non siamo più abituati ad aspettare. E non sapendo con chi prendersela se la prendono col medico del Pronto Soccorso, questo non è più accettabile”.

Necessità di un servizio di vigilanza continua

È stata rilevata anche la necessità di un servizio di vigilanza continua per una maggiore sicurezza e che questa sia attiva 24 ore su 24. Non sono rari infatti i casi di aggressione nei confronti dei medici come quello appena accaduto nei confronti del gastroenterologo Salvatore Petta, medico del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, aggredito durante le ore di lavoro.

“Quello della sicurezza è un problema che è stato affrontato molto – ha detto l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza – il che non vuol dire che non ci siano casi, come quello indegno che si è verificato e che era imprevedibile. Se si realizza un’aggressione vera e propria con azioni indecorose, lì non ci può la guardia giurata o la presenza del posto di polizia, ci può solo la repressione. Mi aspetto il massimo della repressione possibile”.

Servono pene severe per chi fa questi atti

Un appello sulla questione violenza giunge dal presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Palermo, Salvatore Amato: “L’argomento violenza sugli operatori sanitari ci preoccupa. Le soluzioni vanno ricercate ad ampio raggio, a partire da una questione educativa. Servono pene severe per chi fa questi atti, è un problema nazionale e anche internazionale. Non è ammissibile che persone che si dedicano al prossimo siano vittime di violenza, non solo verbale ma anche fisica. La paura di andare a lavorare è una cosa che deve cessare immediatamente. Serve uno scatto d’orgoglio da parte dei nostri decisori, ascoltando quelle che sono le richieste dei professionisti stessi”.

I sindacati di settore chiedono un intervento tempestivo del governo per coprire le piante organiche coinvolgendo il personale sanitario, in attesa da anni della riqualificazione, e utilizzare nuovo personale medico, infermieristico e amministrativo valorizzando l’esperienza dei precari, a partire dal personale Usca.

“In tutta Italia esiste il problema dei medici – ha replicato Razza -. Vorremmo presentare alcune proposte alla conferenza Stato-regioni e al governo nazionale. Se in Italia manca circa il 50% dei medici di Pronto Soccorso non ci si può affidare alla speranza che arrivino. Serve incentivare economicamente chi lavora nel Pronto soccorso e quindi l’auspicio è che il nuovo Ccnl, che prevede una valorizzazione per chi lavora nelle aree di emergenza, possa essere quanto prima operativo ma serve anche qualcosa in più”.

Critico il commento del segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo in seguito alla chiusura del provvedimento dell’assessorato alla Salute sui tetti di spesa e alle risorse economiche per l’assistenza ospedaliera privata per il biennio 2022-2023. “Habemus riforma! – ha commentato Barbagallo -. La prima e l’unica del governo Musumeci. La sola ad non essere mai stata annunciata ma perseguita con grande pervicacia: smantellare la sanità siciliana, lentamente e in silenzio, passando gran parte dell’assistenza pubblica in mano al sistema privato”.

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