Dopo un paio di giorni di navigazione, il loro barchino è stato affiancato da un’imbarcazione con a bordo 3 tunisini che si sono fatti consegnare il motore in cambio del traino.
Lo scafo di un barchino di metallo, di circa 7 metri, si è spezzato durante la navigazione e 23 dei 59 migranti stipati sul natante sono finiti in mare. A soccorrere tutti i migranti, ivoriani, gambiani, malesi, senegalesi e guineani, sono stati i militari della motovedetta Cp327 della guardia costiera. Nel gruppo anche 23 donne e 6 minori.
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I 59 sono stati già sbarcati a molo Favarolo a Lampedusa. Di questi, una donna in gravidanza e alcuni compagni di viaggio con ustioni provocati dal carburante sono stati portati al poliambulatorio dell’isola. Nessuno è in pericolo di vita.
Barchino spezzato, le testimonianze dei migranti
“Siamo partiti da Sfax venerdì notte – hanno raccontato – e abbiamo pagato 600 euro a testa per il viaggio”. Il barchino di metallo arrugginito e mal saldato non ha retto alla traversata. “Ci hanno chiesto il motore della barca in cambio del traino verso le coste di Lampedusa. Arrivati in acque italiane, si sono presi il motore e ci hanno lasciato alla deriva” hanno poi spiegato i profughi. Hanno anche riferito di essere salpati da Sfax, in Tunisia, nella tarda serata di martedì scorso. Dopo un paio di giorni di navigazione, il loro barchino è stato affiancato da un’imbarcazione con a bordo 3 tunisini che si sono fatti consegnare il motore in cambio del traino.
Immagine di repertorio