Barrafranca, da bene sottratto alla mafia ad hub per le vaccinazioni - QdS

Barrafranca, da bene sottratto alla mafia ad hub per le vaccinazioni

redazione

Barrafranca, da bene sottratto alla mafia ad hub per le vaccinazioni

venerdì 03 Settembre 2021

La villa appartenuta al boss Raffaele Bevilacqua è stata trasformata in un centro per la somministrazione del siero contro il Covid-19. Per la comunità barrese un segnale importante dalle istituzioni

BARRAFRANCA (EN) – Da luogo simbolo della criminalità organizzata a punto di riferimento per la comunità, in particolare per quanto concerne la lotta al Coronavirus. Così un bene confiscato alla mafia è diventato un hub vaccinale.

A Barrafranca è arrivato un forte segnale di presenza delle Istituzioni. Com’è noto, con decreto del 16 aprile scorso, il Presidente della Repubblica ha affidato per 18 mesi la gestione del Comune alla Commissione prefettizia attualmente operante, in seguito all’esito dell’azione ispettiva della Commissione di accesso che ha concluso la propria attività di verifica con il deposito di una corposa relazione finale, dalla cui analisi la Prefettura ha consegnato al ministero dell’Interno una motivata proposta di scioglimento degli organi comunali elettivi. Dal carteggio è emerso uno scenario di relazioni e connivenze tra i vertici dell’Amministrazione comunale e la storica famiglia dei Bevilacqua, che di fatto continuava a condizionare la gestione della cosa pubblica orientandola a fini privati e illeciti.

“Proprio in tale contesto – hanno sottolineato dalla Prefettura – un evidente segnale di mala amministrazione è stato il mancato riutilizzo per fini sociali della villa del boss barrese Raffaele Bevilacqua, sebbene l’immobile fosse stato consegnato al Comune già il 27 febbraio 2014, oltre sette anni fa. Invero, è emersa l’inerzia dell’Amministrazione comunale e dei funzionari incaricati nella gestione dell’immobile e nella stesura della documentazione essenziale alla realizzazione del progetto Casa di accoglienza per donne vittime di violenza , nonostante fossero stati addirittura portati a termine i lavori di ristrutturazione il 28 aprile 2016, con una spesa di 600.000 euro, sostenuta con accesso a fondi pubblici”.

Come evidenziato dall’Ufficio territoriale del Governo, “sin dai primi giorni di lavoro della commissione, il prefetto di Enna ha agevolato un’intensa interlocuzione con Istituzioni e operatori del Terzo settore per riconvertire a fini leciti l’impiego dell’immobile confiscato. Proprio all’esito di tale ricognizione di intenti, in attesa della pubblicazione del bando per la destinazione a fini sociali del bene, è stata avviata un’intesa con l’Asp di Enna per impiegare temporaneamente l’immobile a hub vaccinale anche in adesione all’esigenza manifestata dalla Regione Siciliana di intensificare il piano delle vaccinazioni, previo screening della popolazione che non ha ancora ricevuto nessuna dose”.

Ecco quindi che la realizzazione in quei locali di un hub vaccinale è apparsa sintesi ottimale tra diverse spinte: da un lato manifestare un forte e deciso segnale di presenza delle istituzioni sottraendo il bene a trasandatezza e incuria, nonché a pericolo di raid vandalici; dall’altro assicurare un uso a vantaggio della collettività attraverso la destinazione a centro vaccinale proprio in un momento in cui lo stato emergenziale nel comune di Barrafranca – sottoposto a misure maggiormente restrittive con l’istituzione della zona arancione – è ancora in corso.

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