Basta con i processi mediatici, smettetela, gli indiziati non sono già condannati - QdS

Basta con i processi mediatici, smettetela, gli indiziati non sono già condannati

Carlo Alberto Tregua

Basta con i processi mediatici, smettetela, gli indiziati non sono già condannati

sabato 04 Maggio 2019

Radio, televisioni, giornali e web sono affamati di notizie, che amplificano senza verificarne la portata, allo scopo di colpire l’opinione pubblica, sperando così di aumentare il numero di radio-telespettatori, visitatori del web e acquirenti di quotidiani.
Non sappiamo se raggiungono lo scopo. Sappiamo, però, che i loro giornalisti non osservano il Testo unico dei Doveri, aumentano il catastrofismo, distorcono le notizie e inganno persino l’opinione pubblica.
Le notizie che fanno più effetto sono quelle riguardanti le vicende giudiziarie. Ora, quando esse riguardano l’arresto di componenti delle varie criminalità organizzate, cioè i criminali incalliti, è giusto e doveroso che se ne dia notizia, dopo la necessaria verifica da più fonti. Ma quando le azioni giudiziarie colpiscono cittadini incensurati, la cautela nel diffondere le notizie sarebbe auspicabile.

È vero che le agenzie di stampa e, di conseguenza, i giornalisti dei vari mezzi, ricevono comunicati stampa dalle Procure, che le diffondono spesso mettendoci del proprio, ma è anche vero che ogni giornalista degno di questo nome dovrebbe valutare la notizia ricevuta, prima di pubblicarla e portarla all’opinione pubblica nella forma e nella dimensione dovuta.
In questa azione di moralità giornalistica, i direttori hanno una responsabilità primaria perché è da loro che deve partire – rivolto a tutti i giornalisti della propria struttura – un indirizzo preciso nel vagliare con obiettività e completezza ogni informazione.
Vi è ormai la pessima abitudine di fare i processi mediatici la cui condanna a priori – cioè prima che il processo vero e proprio cominci – indica il condannato nell’indagato.
Anche a chi è privo di nozioni giuridiche, appare evidente che ogni indagato è innocente fino alla sentenza definitiva sulla colpevolezza emessa al di là di ogni ragionevole dubbio.
E invece la situazione si è invertita: ogni indagato è colpevole senza dubbio solo per il fatto che nei suoi confronti è stata formulata una accusa ancora tutta da provare.
Abbiamo la massima stima dei procuratori responsabili e dei loro sostituti. Sappiamo che per la maggior parte di loro è essenziale raggiungere la verità, soltanto la verità. Sappiamo anche che quando si accorgono di avere commesso errori non esitano a correggerli. Purtroppo, però, vi è una parte dei giudici requirenti che non punta alla verità, bensì alla notizia mediatica che può colpire l’opinione pubblica. A prescindere.
Ecco perché siamo intervenuti più volte sulla materia e continueremo a farlo perché riteniamo incivile che un cittadino incensurato venga processato fuori dalle aule del Tribunale in una gogna mediatica indegna. Mentre, quando sarà assolto, non vi sarà alcun mezzo riparatore perché la notizia pubblicata all’inizio nelle prime pagine dei quotidiani, alla fine del processo verrà pubblicata nelle pagine interne.
Quello che accade nei nostri giorni è una violazione dell’articolo 21 della Costituzione, che riguarda l’informazione, e dell’articolo 27 che considera innocenti tutti i cittadini prima di condanna definitiva.

Vi sono poi altre iniquità nei processi penali e cioè che quando l’imputato viene assolto non ha la possibilità di recuperare le cospicue spese sostenute anche per i difensori, perché la legge non ammette il risarcimento.
è vero che chi è al di sotto del livello di povertà in base all’Isee avrà un avvocato d’ufficio, ma basta avere reddito superiore al limite perché tale diritto non possa essere richiamato.
Vi sono proposte per vietare la pubblicazione di notizie relative alle indagini preliminari su cittadini incensurati, ma trovano l’opposizione della magistratura requirente. Non ne comprendiamo il motivo. è giusto dare notizie di ordinanze e sentenze dei giudici perché mettono dei punti fermi; è errato farlo su indagini che spesso si concludono negativamente con archiviazione o assoluzione.
Non sappiamo se le proposte troveranno allocazione in disegni di legge e se poi essi verranno approvati. Ne dubitiamo, perché la gloria, anche se effimera, piace molto ai vanitosi e ai vanagloriosi.

Un commento

  1. Franco Vittorio ha detto:

    Condivido pienamente quanto esposto nell’editoriale, ritenendo doverosa una maggiore cautela prima di pubblicare certe notizie con un risalto mediatico solo per “fare notizia”.

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