La società dipendente dagli smartphone. Le conseguenze dell'abuso dell'utilizzo dello smartphone e delle relazioni umane
Mi ha impressionato qualche settimana fa vedere una famiglia amica – composta da padre, madre e due figli – seduta ai quattro lati di un tavolo di ristorante: anziché parlare, come si fa in queste occasioni, chattavano ciascuno sul proprio smartphone.
Non ho potuto fare a meno, data la differenza di età e la conoscenza da lungo tempo, di rimarcare questa anomalia e di andare a dirgliela con molto rispetto e altrettanto affetto. Mi hanno risposto in tono sorpreso, come se quel comportamento fosse naturale.
Ed è proprio questa la cosa che stupisce, anche se non più di tanto, perché è diventato naturale per moltissime persone – forse la maggioranza – dialogare con il proprio cellulare come fosse una persona, anche se dall’altra parte dello schermo non si trova un interlocutore.
Sembra incredibile, ma così è. Incredibile che le persone stiano perdendo, via via, anche il piacere di sentirsi, di parlarsi e di gustare il contatto umano, che dovrebbe essere alla base della convivenza.
Gino Paoli fece una memorabile canzone, “Eravamo quattro amici al bar”, per sottolineare l’abitudine di ritrovarsi in un luogo quasi sacro per parlare del più e del meno (in francese de la pluie et du beau temps) o anche per “cazzeggiare”, oppure per parlare di cose serie, ma sempre personalmente, guardandosi in faccia e possibilmente negli occhi.
Quando si perde questo rapporto umano e si consente alle macchine (smartphone, computer e altre), anche le più aggiornate, di mettersi in mezzo a tali rapporti umani, si perde la gran parte di ciò che è prezioso nella vita delle persone e cioè il calore, lo sguardo e la forza del dialogo diretto.
Ci rendiamo conto che questo commento possa non essere gradito a molte persone, anzi attirerà critiche. Potremmo essere accusati di anacronismo, ma l’umanità non è vecchia, anche se dura da chissà quante migliaia di anni. E poi, l’altra critica che sentiamo è che tutto questo è frutto del progresso, il quale non si può fermare.
Ma, ci chiediamo, è progresso parlare con le macchine o parlarsi attraverso le macchine? Ognuno la pensi come vuole e dia la risposta che meglio crede, però noi abbiamo il dovere di porre la questione.
L’informazione ormai circola nell’alto cielo. Vi sono settemila satelliti a bassa quota lanciati da Elon Musk e altre migliaia e migliaia di satelliti che girano attorno al globo terraqueo a maggiori altezze, per cui i canali si ampliano e consentono a quasi tutti gli esseri umani di colloquiare tra di loro.
Ma una cosa è parlarsi a distanza, anche di continenti, un’altra è quella di vivere nella stessa casa o nello stesso ambiente e parlarsi sempre e solo attraverso le macchine.
Scusate se chiamiamo macchine gli smartphone, ma non sapremmo come definirli in altro modo.
Ripetiamo la domanda: tutto questo è progresso? Secondo alcuni lo è, secondo altri corrisponde all’arretramento dei rapporti umani, con la conseguenza che l’individualismo aumenta sempre di più, così come l’incompresione, e con essa i conflitti, sia nelle Nazioni che nelle Comunità più piccole e persino nelle famiglie.
Quanto è bello parlarsi guardandosi negli occhi con genuinità, chiarezza e senso di responsabilità.
Si dirà che anche attraverso la macchina ci si può guardare negli occhi, ma sono lo stesso un vis à vis di presenza e un vis a vis attraverso lo schermo? Noi non vogliamo dare la risposta, che giustamente può essere fornita da chiunque al quale il quesito sia stato posto.
L’umanità, quindi, retrocede, anche perché retrocedono i contatti interpersonali. È facile riconoscere che quando si è seduti/e attorno a un tavolo, o per discutere o per mangiare, il colloquio vivace e rispettoso, franco e affettuoso, vivacizza l’ambiente. Ed è quel calore che la freddezza di uno schermo non può certamente dare.
Intendiamoci, non siamo contro il progresso, ma contro l’abuso di un sistema che ormai si è diffuso in tutto il mondo, soprattutto in quella fascia di età molto giovane che va a letto con lo smartphone e se lo ritrova nelle mani la mattina appena sveglia.
Questo comportamento può anche avere effetti sulla salute a causa delle radiazioni emesse dagli apparecchi elettronici, ma non vogliamo entrare nel merito in questo editoriale. Ne scriveremo più avanti.