Egregio direttore,
Spettabile redazione,
Condivido alcune riflessioni in merito all’articolo del 25 marzo 2025 pubblicato a pagina 10 sul Quotidiano di Sicilia ed avente per titolo “Diabete: a UniPa un confronto internazionale”, dove si asserisce che, secondo uno studio della rivista scientifica Lancet, la prevalenza globale del diabete è passata dal 7% al 14% tra 1990 e 2022 e che oggi una persona su dieci convive con tale malattia. Ciò premesso si evidenzia: anche questa patologia è invalidante e nei casi gravi, è meritevole di accompagnamento. Tuttavia, secondo l’Inps non si avrebbe alcun diritto, in quanto non sussisterebbe nessuna garanzia di accesso all’indennità di accompagnamento.
Sembrerebbe, dunque, che l’Ente previdenziale non consideri il diabete mellito come una patologia cronica con potenziali effetti molto gravi. A questo punto, si rende necessario sottolineare un caso eclatante di una bambina di 9 anni a cui è stato diagnosticato il diabete mellito di tipo 1, ovvero quello denominato anche insulinodipendente. La vita di questa piccola è stata letteralmente stravolta, a partire dalla restrizione dietetica, fino a continui controlli capillari della glicemia anche di notte, e alle quotidiane e numerose iniezioni di insulina, con necessità di supervisione in ogni contesto della sua vita.
Mi preme evidenziare che, nel 2025, la madre ha richiesto all’Inps il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, richiesta che l’Ente previdenziale avrebbe negato. La donna si è, perciò, rivolta al Tribunale del Lavoro di Sondrio, che ha respinto il ricorso con sentenza n.21 del 2019, pubblicata il 7 febbraio 2020. Però questa mamma coraggiosa e battagliera non si è persa d’animo e, senza alcuna esitazione, ha proposto ricorso per Cassazione tramite il suo avvocato. Ebbene, alla fine la Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n.7032 del 9 marzo 2023, ha accolto il ricorso della mamma, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa al Tribunale Lavoro di Sondrio in persona di diverso magistrato.
Pertanto, il Tribunale Lavoro di Sondrio, sollecitato dalla Cassazione, ha infine riconosciuto il diritto all’indennità di accompagnamento alla bambina perché la setessa è affetta da grave diabete mellito insulinodipendente, ed è quindi impossibilitata a compiere gli atti quotidiani della vita. In conclusione, si può affermare che la bilancia della giurisprudenza pende dalla parte dei più deboli e grazie a questa mamma battagliera, da oggi si può chiedere all’Inps l’indennità di accompagnamento per i bambini che purtroppo sono affetti da questa grave patologia e che l’Ente previdenziale è tenuto ad accogliere queste richieste. Si ringrazia e si porgono cordiali saluti.
Cav. Sebastiano Longo
ex operatore giudiziario nel Tribunale di Catania

