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Batteri e virus, come combattere le infezioni nel 2025: “Antibiotici, innovazione e investimenti le nostre armi”

Batteri e virus, come combattere le infezioni nel 2025: “Antibiotici, innovazione e investimenti le nostre armi”
Convegno Baia Verde

Questo il tema del convegno dal titolo “Navigating the new landscape of infectious diseases” ad Acicastello al “Gran Hotel Baia Verde”

Sono trascorsi ormai 5 anni dall’inizio della micidiale pandemia da Covid-19, un virus che ha causato milioni di morti in tutto il mondo cambiando per sempre la storia della medicina e dell’umanità in generale. Lockdown e vaccini sono stati due tra i vocaboli più pronunciati dalla società nel corso degli ultimi tempi, con il sistema sanità a livello globale messo a dura prova dalla battaglia contro una patologia devastante e imprevedibile.

Ma come si è evoluto il settore della medicina in questo lasso di tempo nel prevenire e contrastare non soltanto il coronavirus, ma anche altre e nuove forme di infezioni? Questo il tema del convegno dal titolo “Navigating the new landscape of infectious diseases” svoltosi ad Aci Castello al “Gran Hotel Baia Verde” che ha visto confrontarsi professionisti di altissimo livello giunti da ogni angolo del pianeta con focus puntato sul “Navigare nel nuovo panorama delle malattie infettive”. Al centro del dibattito l’importanza di armi come antibiotici e terapie innovative per cercare di garantire le migliori cure e abbassare la letalità.

Prof. Cacopardo: “Con il Covid trascurati i batteri resistenti agli antibiotici: prevenzione e gestione delle epidemie indispensabile”

Tra gli organizzatori del convegno c’è, come detto, il Prof. Bruno Cacopardo, infettivologo e direttore dell’Unità operativa Malattie infettive dell’ospedale Garibaldi di Catania. Ecco quello che ha dichiarato ai microfoni del Quotidiano di Sicilia a margine dell’evento.

“Questo convegno vuole esorcizzare la concentrazione di attenzione mediatica, clinica e scientifica che c’è stata negli ultimi anni nei confronti del Covid – le parole del Professor Cacopardo – Ritorniamo ai vecchi nemici, i più rappresentativi dei quali sono i batteri multifarmaco resistenti che fanno molte più vittime del Coronavirus sia dentro che fuori gli ospedali. Si tratta di germi che resistono alle terapie antibiotiche, provocando effetti settici spesso letali. Ci si è dimenticati e forse si è trascurati alcune patologie che adesso sono emerse in tutta la loro virulenza. Occorre tornare a parlare della terapia antibiotica, anche perchè l’offerta di nuovi antibiotici è elevatissima con il rischio di un cattivo uso di essi che evocherebbe ulteriori resistenze batteriche. Nuove patologie pericolose come il Covid? I virus respiratori sono sempre in agguato soprattutto nelle stagioni invernali: pensiamo ad esempio alle brutte influenze – nonostante adesso sia stato superato il picco e i dati stanno tornando a scendere – o alle brutte polmoniti che abbiamo avuto nelle ultime settimane. Le epidemie non smettono mai di verificarsi, ma sapute prevenire con i vaccini antinfluenzali, gestite e affrontate adeguatamente non rappresenterebbero più un problema”.

Prof. Falcone: “Infettivologia fondamentale nel sistema sanità: attenti a vecchie e nuove patologie”

Presente tra gli ospiti più importanti il Prof. Marco Falcone, ordinario di Malattie infettive all’Università di Pisa nonché direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive dell’Aoup. Falcone, intervenuto ai nostri microfoni, ha sottolineato l’importanza del settore dell’infettivologia all’interno del sistema sanità in un periodo storico in cui dilagano in tutto il mondo batteri e nuovi virus.

“Quello di Catania è un congresso organizzato da due illustri infettivologi come i Prof Cacopardo e Nunnari – dichiara al QdS il Prof. Falcone – Si tratta di un evento importante perchè, anche con ospiti internazionali, facciamo il punto su patologie importanti che sono all’ordine del giorno nell’ambito sanitario. L’attenzione va focalizzata soprattutto sui microrganismi batterici resistenti agli antibiotici: in Italia e in Europa c’è una diffusione incredibile di queste infezioni resistenti ai comuni antibiotici e contro cui bisogna investire in farmaci moderni e costosi. Occhio anche al controllo dell’infezione da HIV che è un’altra priorità: con delle strategie nuove riusciremo a breve a prevenire questa malattia nei soggetti a rischio con l’utilizzo di nuove molecole. Ma ci sono anche nuove patologie infettive, legate ai vettori e trasmesse dagli animali: il nostro Paese, in rapporto al cambiamento climatico, sta iniziando a convivere ed avere a che fare con malattie che fino a qualche decennio fa esistevano soltanto in Africa o in Medio Oriente. Quali sono le nostre armi? Serve una lungimiranza dei decisori politici e capire che l’infettivologia ha un ruolo cruciale in questo processo: la sanità pubblica nel 2025 non può prescindere dall’interlocuzione con gli infettivologi. Avremo bisogno di sempre più investimenti economici che permetteranno anche di guadagnare denaro: questa deve essere la nostra mission”.

Prof. Giammanco: “Antibiotici vanno utilizzati con cura: urge fare rete dentro e fuori la sanità”

Nel corso del convegno, il Quotidiano di Sicilia è riuscito ad intercettare anche il Professor Giuseppe Giammanco, direttor generale dell’Arnas Garibaldi. Sulla scia dei colleghi, Giammanco ha ribadito quanto serva parsimonia e cautela nella somministrazione degli antibiotici in modo da prevenire la nascita di nuovi batteri ancor più resistenti.

“Occorre stare attenti e collaborare con i colleghi del resto del mondo – esordisce il Prof. Giammanco – Ci proiettiamo verso le migliori terapie mediche possibili. Quando noi utilizziamo gli antibiotici, giochiamo con la legge di Darwin: selezioniamo cioè dei microrganismi. Con ciò ribadisco che bisogna fare attenzione nel quotidiano: gli antibiotici vanno somministrati solo quando i medici ritengono siano necessari e quando proprio non se ne può fare a meno. Ritengo che siamo sempre in allenamento, come alle Olimpiadi, alzando sempre l’asticella: bisogna tenersi sempre pronti, essere preparati, fare tesoro delle esperienze pregresse e comprendere quanto sia importante fare rete sia all’interno del mondo sanitario che al di fuori di esso”.

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