B&B a luci rosse a Catania e Misterbianco, arrestate tre persone

B&B a luci rosse a Catania e Misterbianco, arrestate tre persone

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B&B a luci rosse a Catania e Misterbianco, arrestate tre persone

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lunedì 02 Maggio 2022

Misure cautelari per tre persone a Catania, che gestivano tre case di appuntamenti "spacciandole" per tre B&B. Una vera e propria impresa familiare con tanto di centralino e prenotazione "massaggi"

Dovevano essere tre bed&breakfast, invece erano case a luci rosse. E’ successo a a Catania e a Misterbianco dove, dopo due anni di indagini, la Squadra Mobile ha dato esecuzione alla misura cautelare personale emessa dal Gip del Tribunale di Catania, a carico di tre persone.

L’accusa: associazione per delinquere finalizzata all’esercizio di case di prostituzione

I tre, due donne e un uomo – D.C.R., 31 anni sottoposta agli arresti domiciliari; S.G. 47 anni, sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; C.V.C. (classe 1987), 35 anni, sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – sarebbero responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio di case di prostituzione, nonché di sfruttamento e favoreggiamento sistematico del meretricio di diverse ragazze.

Le indagini già a partire da due anni fa

Le investigazioni, coordinate da questo Ufficio ed eseguite dalla specializzata Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Squadra Mobile etnea, sono state avviate nel mese di febbraio 2020 a seguito di segnalazioni su una presunta casa di prostituzione insistente nel centro cittadino di Catania, supportate dai presidi tecnici. Le indagini hanno consentito di appurare (allo stato degli atti e in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese) che D.C.R. era la figura apicale dell’organizzazione caratterizzata da gerarchie interne e attribuzione di ruoli.

In particolare, la donna – manager della prostituzione indoor – si sarebbe occupata del controllo, amministrazione e direzione in prima persona di tre case di prostituzione, di cui due a Catania e una a Misterbianco; l’altra donna S.G. avrebbe avuto il compito della co-gestione della casa di Misterbianco (CT) e il compagno della “manager” C.V.C. avrebbe gestito, unitamente a lei la casa di appuntamento, sotto la parvenza di un Bed & Breakfast, ubicato nel centro storico di Catania, dividendo con la stessa gli utili provenienti dalla prostituzione altrui.

Un’impresa a carattere familiare

Altri tre indagati avrebbero svolto i ruoli di addetti al centralino e alle prenotazioni dei clienti che, attraverso siti dedicati, telefonavano per fissare le prestazioni sessuali, con tariffe a partire da 50 euro, a seconda della tipologia di “servizio” richiesto alle donne reclutate per sfruttarne la prostituzione.
Tra i massaggi più “gettonati”, assicurati da quella che era poi una vera e propria impresa a carattere essenzialmente familiare, erano i cosiddetti “Touch me” e “Nuru massage”. Tutto avveniva all’interno delle mura domestiche, garantendo così maggiore sicurezza agli indagati e privacy alla clientela.

La manager era anche percettrice del Reddito di cittadinanza

Alla D.C.R., percettrice di reddito di cittadinanza, é stato, altresì, contestato l’illecito per l’omessa comunicazione nei termini, ovvero dall’agosto del 2020, di redditi da lavoro irregolarmente svolto presso un negozio di abbigliamento sito in questo capoluogo.

    

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