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Bce, Cipollone propone conferenza internazionale sul commercio

Bce, Cipollone propone conferenza internazionale sul commercio

Dazi chiaramente recessivi, incertezza salita di 8 volte e rischi +50%

Roma, 29 apr. (askanews) – Il quadro che si è creato a seguito dell’imposizione di nuovi dazi commerciali da parte degli Stati Uniti “sta soffocando gli investimenti e smorzando i consumi”. Al momento “i rischi geopolitici appaiono ad un livello del 50% superiore alla fase successiva alla crisi finanziaria globale e l’incertezza che circonda le politiche commerciali è aumentata più di otto volte rispetto alla sua media nel 2021”. Lo ha affermato Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della Bce nel suo intervento oggi a una conferenza sulle sfide per le politiche in un mondo in cui si sta verificando la frammentazione organizzata da Banca dei regolamenti internazionali, Banca d’Inghilterra, Bce e Fondo monetario internazionale.

Cipollone ha lanciato la proposta di convocare una conferenza internazionale sul commercio, su iniziativa dei Paesi del G20 che intendono preservare il liberto scambio, allo scopo di evitare un effetto “valanga” con le misure di protezionismo commerciale.

In pratica, rispetto alle iniziative dell’amministrazione Trump, che cercano di riportare nell’ambito nazionale produzione e lavoro contrastando il globalismo in corso da decenni, secondo il rappresentante della Bce i Paesi Ue, assieme ad altri, dovrebbero opporre iniziative che vanno nella direzione opposta, rafforzando integrazione europea e globalismo.

Secondo Cipollone, sul medio termine “i dazi hanno un effetto chiaramente recessivo, sia sui paesi che li impongono che su quelli che li subiscono”. In termini inflazionistici gli effetti sono più incerti e potenzialmente variabili tra Paesi, “per l’area euro gli effetti di medio termine potrebbero dimostrarsi disinflazionistici”, ha detto.

A complicare le cose ci sono anche inusuali movimenti dei cambi con il dollaro. “La maggior parte dei modelli prevedeva un apprezzamento del dollaro come ricaduta dei dazi, invece finora abbiamo visto l’opposto – ha notato – mentre i capitali sono defluiti dagli Stati Uniti”.

In questo quadro, le banche centrali sono chiamate ad adattarsi per onorare i loro mandati di stabilità dei prezzi. E questo richiede interventi a quattro livelli: primo bisogna capire e monitorare la frammentazione; secondo bisogna aggiustare la politica monetaria a shock che avvengono con maggiore frequenza e portata e che risultano più persistenti, in questo ambito la comunicazione delle istituzioni deve prendere atto di questa incertezza e trasmettere chiaramente come intende reagire ai dati; terzo, bisogna cercare di creare unità piuttosto che costruire muraglie, mantenendo aperti i canali di comunicazione cooperazione; quarto, va migliorata la capacità di intervenire sui rischi per la stabilità finanziaria che derivano dalla frammentazione globali e questo richiede di preservare e rafforzare le reti di protezione globali.

Per queste ragioni Cipollone lancia la proposta di convocare “una conferenza internazionale sul commercio” da parte dei paesi del G20 che intendono “preservare l’apertura degli scambi allo scopo di evitare quelle che ha chiamato ‘politiche del rubamazzo’ (beggar-thy-neighbour). Il tutto traendo spunto dalle lezioni degli anni ’30, da cui si vede che la collaborazione internazionale è cruciale “per evitare un effetto valanga”.

Per l’Unione europea, mantenere la posizione di partner commerciale affidabile, che difende l’apertura degli scambi, lo stato di diritto, l’indipendenza della Banca centrale e la tutela degli investitori “può posizionare l’euro come un bene pubblico globale – ha sostenuto Cipollone -. Questo richiede anche un mercato profondo in cui si abbia fiducia a livello internazionale per i titoli denominati in euro. Questo è il motivo per cui gli sforzi per integrare i mercati dei capitali europei – ha detto – devono andare di pari passo assieme a quelli per creare titoli sicuri comuni” (degli eurobond quindi). (fonte immagine: ECB 2025).