Bce, fari dei mercati oggi puntati sulle contromisure al coronavirus - QdS

Bce, fari dei mercati oggi puntati sulle contromisure al coronavirus

Bce, fari dei mercati oggi puntati sulle contromisure al coronavirus

giovedì 12 Marzo 2020

Attesa cura shock anche per dare un segnale che risulti veramente rassicurante. Grande attesa per la “risposta” monetaria dell’eurozona all’emergenza

FRANCOFORTE – Fari dei mercati puntati sulla Bce, in attesa della risposta monetaria dell’eurozona all’emergenza coronavirus, su cui l’ultimo Consiglio direttivo, un mese e mezzo fa, non aveva preso posizione. Da allora però le valutazioni sulla portata della minaccia sono drammaticamente peggiorate.

Le decisioni operative verrano annunciate alle 13 e 45. Alle 14 e 30 la presidente terrà la consueta conferenza stampa esplicativa, a cui verranno lasciati accedere i giornalisti laddove da alcuni giorni sono entrate in vigore misure restrittive sulle visite alla Bce. Intanto Christine Lagarde – dopo aver già dovuto correggere la rotta nei giorni scorsi, con un inconsueto comunicato ad hoc in cui affermava che l’istituzione era pronta a avvalersi di tutti i suoi strumenti in risposta alla crisi – sembra aver alzato non poco i toni della retorica nelle ultime ore. Secondo diverse indiscrezioni, tra cui quelle attribuite al premier della Bulgaria, Byoko Borissov, alla conference call di ieri tra capi di Stato e di governo dell’Ue l’ex direttrice del Fmi avrebbe avvertito che ci si trova di fronte a una situazione che può risultare di portata analoga alla crisi del 2008.

Retorica che potrebbe presagire ad un intervento estremamente energico, una cura shock anche per dare un segnale che risulti veramente rassicurante sui mercati. Tutti si attendono misure sulle liquidità che impediscano uno stallo del mercato del credito, magari facendo leva sui nuovi maxi finanziamenti agevolati alle banche. Sui tassi di interesse, il problema è che la Bce ha già a zero il livello dei rifinanziamenti principali. Potrebbe tagliare ancora il tasso, già a livelli negativi, che pratica sui depositi parcheggiati dalle stesse banche presso l’istituzione, attualmente al meno 0,40%. Ma l’efficacia di una misura simile è discutibile. Resta il Qe, il programma di acquisti di titoli che era stato riavviato da Mario Draghi prima di fine mandato, al ritmo di 20 miliardi di euro al mese. E che marginalmente riguarda anche emissioni del settore privato. Alcuni analisti ipotizzano un limitato incremento che includa maggiormente bond privati. Altri invece scommettono su un rafforzamento consistente, un raddoppio o oltre degli acquisti mensili e l’espansione a maggiori titoli non pubblici. Intanto a tenere sotto pressione la Bce ci sono una serie di fattori.

Innanzitutto che la Fed americana e la Banca d’Inghiterra si sono già mosse con misure espansive, tagliando entrambe di 50 punti base i tassi di interesse. Poi c’è il collasso dei prezzi del petrolio, innescato dal combinato disposto dell’indebolimento di domanda dovuto alla frenata economica da coronavirus a cui, come se non bastasse, si aggiunge una guerra di ribassi dei pezzi tra grandi produttori d petrolio.

Il tutto si è accavallato in un arco temporale tutto sommato molto breve. Ora andrà accuratamente soppesato dai tecnici della Bce nell’aggiornamento delle loro previsioni su crescita economica e inflazione, che Lagarde illustrerà nella conferenza stampa post direttorio.

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