''Con il nuovo aumento del costo del denaro si stanno mettendo in ginocchio le famiglie e le imprese" dice il presidente di Federcontribuenti
”Con il nuovo aumento del costo del denaro si stanno mettendo in ginocchio le famiglie e le imprese. Per non parlare dei consumi: già si era tagliato sui consumi non indispensabili ora tagliano sul food e cure mediche non garantite dalla sanità pubblica. Così si rischia una crisi sociale”. Lo scrive, in una nota, il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella, secondo cui ”tutto ciò porterà a una contrazione dei consumi non solo dell’obsoleto (non indispensabile per sopravvivere) ma anche dell’indispensabile per la vita corrente”.
Paccagnella snocciola i dati. “Il 41,3% della popolazione maggiorenne in Italia ha in corso un mutuo o un prestito, ma denuncia tassi d’interesse da usura. Nei bollettini di Bankitalia si parla di costo del denaro vantaggioso, ma è nei prestiti che troviamo tassi di interesse superiori al 12%. Ed inoltre, per il secondo trimestre 2023 sono pari al 6,25% per i mutui ipotecari a tasso fisso; 6,825% per i mutui a tasso variabile; 18% per i prestiti contro cessione del quinto dello stipendio e della pensione; 22% per gli scoperti e il 15,8% per i prestiti finalizzati. Il debito medio procapite da rimborsare è pari a 34.253 euro”.
Con il rincaro del tasso di sconto, inoltre, per Federcontribuenti ”c’è il rischio che oltre 120 mila attivita’ commerciali saranno costrette ad abbassare le serrande e oltre 25 mila imprese edili che non riescono a monetizzare i crediti fiscali del superbonus”. ”L’unica industria che resiste – a parere di Paccagnella – è quella che esporta con il 15% dei volumi totali, ma non sarà sufficiente per l’occupazione in Italia. Cosa fa il governo per scongiurare questa ‘crisi strisciante’ che, nonostante il miracolo irripetibile dei fondi ‘irreperibili’ del Pnrr, può riaffacciarsi da un momento all’ altro ? E – conclude – non dimentichiamo che l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi Ue per le retribuzioni dei nostri lavoratori”.