Europa frazionata dagli interessi
La situazione è seria – finalmente i grandi mezzi di informazione di vario tipo se ne stanno accorgendo – a causa di quel diabolico e perverso meccanismo messo in moto con le sanzioni alla Russia.
Ma prima ancora di questo fenomeno, torturati e indeboliti da una pandemia biennale, gli italiani si sono trovati sul collo, a partire dal 24 febbraio di quest’anno, un’altra situazione terribilmente difficile che fa più danni su un popolo già indebolito.
Per tutelare l’enorme debito del nostro Paese, quantificato in 2.770 miliardi (Bankitalia, luglio 2022), la Banca centrale europea ha continuato a pompare denaro sul mercato, anche acquistando titoli di Stato a costo zero, cioè senza interessi.
Ma questa massa di liquidità, unita agli oltre cinquemila miliardi di risparmi degli italiani, ha generato l’inflazione. Ovviamente la causa della stessa non è solo questa, ma anche la sciagurata vicenda del gas russo.
L’Italia non doveva unirsi al coro dei Paesi forti dell’Unione per innestare il perverso meccanismo delle sanzioni alla Russia perché non aveva le risorse energetiche per affrontare una guerra economica di questo tipo.
Però il fatto è fatto e ora serve bloccare questo andamento terrificante, ritornando allo status quo ante, cioè ripristinando i normali rapporti economici con la Russia, anche in dissenso all’Unione europea, dominata da Paesi forti, con i conti in ordine e a cui non importa nulla ( o quasi ) della crisi economica. Mentre essa sta devastando il nostro Paese.
La Bce ha già fatto vedere un cambio di rotta aumentando rapidamente il tasso di interesse fino all’1,25 per cento e preannunciando in ottobre un ulteriore aumento di 0,50 o 0,75 punti. Ha anche comunicato che l’acquisto di titoli di Stato (italiani) verrà rapidamente diminuito fino ad azzerarlo, cosicché il Governo che sarà in carica dovrà vendere i titoli a chi li compra, però con un interesse medio del cinque/sei per cento e non zero come quello attuale, cioè con un aumento del costo per il bilancio annuale fra i trenta ed i cinquanta miliardi.
Non solo la previsione di quanto precede è tremenda, ma bisogna anche ricordare che il compito principale della Bce è di mantenere l’inflazione nella soglia fisiologica del due per cento, quindi deve abbassarla di sei/sette punti. Come? Riducendo la massa monetaria e aumentando il costo del denaro, due elementi che graveranno come macigni sulla Legge di bilancio 2023 del prossimo Governo.
La conseguenza è che il nostro Paese avrà sbarrata qualunque possibilità di fare ulteriore scostamento (debito), mentre si trova con una massa di prebende, assegni assistenziali e di altro tipo che non sarà in condizione di reggere.
In questo quadro, l’uscente ministro della Sanità dice che bisogna ulteriormente investire nel settore, che attualmente assorbe ben 124 miliardi. Ancora, l’altro settore che mangia a tutto spiano è quello delle pensioni, il cui ammontare annuo erogato dall’Inps e da altri supera i 250 miliardi.
Quando i big (si fa per dire) dei partiti parlano dell’Europa ingannano i cittadini perché non è vero che esiste un’Europa; è vero che esistono raggruppamenti di Paesi uniti dal loro comune interesse, che è molto diverso da quello di altri raggruppamenti di Paesi.
Ciò perché al di là dell’Unione monetaria di diciannove membri riuniti nell’euro, gli altri otto hanno interessi diversi. Ma anche all’interno della Uem gli interessi sono abbastanza diversi. Vi sono Paesi che poggiano la loro floridezza economica sulla finanza, come Lussemburgo, Olanda, Irlanda, altri su sistemi produttivi avanzati, come la Germania, e ancora altri, come la Francia, che viaggiano tranquillamente avendo la quasi autosufficienza energetica.
Ecco perché bisogna fare attenzione quando si parla di Europa per capire a quale pezzo di essa si voglia aderire per fare gli interessi nazionali, fermo restando che, come ha affermato la Corte costituzionale, la legislazione europea soverchia quella nazionale.