Non abbiamo dubbi e ci assumiamo la responsabilità di affermare che trattansi di beceri coloro che affermano il valore negativo del merito. Ciò, perché fanno un’affermazione contro natura.
Non vi è chi non veda come tutto quello che avviene nel nostro Pianeta sia uniformato al merito sotto tutti i punti di vista. Si dice che il leone, quando sorge il sole, insegua l’antilope per procurarsi il cibo e che quando sorge il sole l’antilope corra per non diventare cibo. Chi corre di più, vince: merito.
In tutti gli sport chi è più bravo vince e chi è meno bravo perde: merito. Nelle professioni i grandi svolgono il loro lavoro con proficuità ed altri restano mediocri: merito. Vi sono stati imprenditori che sono partiti da zero, come Leonardo Del Vecchio, che ha cominciato fabbricando montature per occhiali, e quando è morto ha lasciato un impero: merito.
Mentre, diversi componenti sociali, come il reddito o il livello di scolarizzazione, influenzano il punto di partenza di ogni persona, però se questa si impegna fortemente in un sistema meritocratico, ha la possibilità di riuscire.
Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, ha iniziato la propria attività nel garage della sua casa di Seattle ed oggi ha un patrimonio di 125 miliardi di dollari: merito.
Grandi ricercatori e scienziati hanno trovato rimedi meravigliosi contro le malattie, come la penicillina o i vaccini anti-poliomielite, ma altri restano nel loro brodo: merito.
Ecco, di fronte a questa evidenza, come vi può essere qualcuno dotato di media intelligenza e di media conoscenza che possa affermare come il merito sia un valore negativo?
Chi fa questa affermazione non solo non merita alcuna considerazione, ma deve ricevere tutta la disapprovazione delle persone per bene e di media cultura ed intelligenza, perché danneggia i/le giovani e non solo. Non vi può essere nulla che vada contro natura e questo è un principio incontrovertibile.
A scuola e all’Università, normalmente e salvo le negative raccomandazioni, i punteggi riflettono il merito. Le raccomandazioni ed i favori: ecco cosa dovrebbe essere bollato da tutte le persone per bene perché inquina la valutazione di merito e fa andare avanti quelli che non ne hanno.
Nel nostro Paese, la ricostruzione dopo il 1945 è stata tumultuosa perché tutti lavoravano come i pazzi, sia nel pubblico che nel privato. Nessuno si tirava indietro per svolgere il proprio lavoro con grande determinazione, forza e sacrificio.
Poi, disgraziatamente, arrivò il 1968, quando dei beceri cominciarono a contestare il merito con la folle affermazione del sei a scuola e del diciotto all’Università, punteggi definiti politici, affermando una cosa contro natura e cioè che tutti dovevano avere il diritto al punteggio minimo sindacale. Un’aberrazione che ha cominciato a fare declinare il nostro Paese perché proprio sul demerito è cominciata la discesa.
Ci siamo accorti oppure no di questo inizio catastrofico? Crediamo di no perché nessuno ha cercato di porvi rimedio. Chi doveva porvi rimedio? La classe politico-istituzionale, eletta dai cittadini/e mediante il voto democratico, che governa il Paese e le sue ramificazioni territoriali come Regioni, Provincie (ancora in Costituzione) e i Comuni.
Proprio la mancanza di merito ha cominciato a fare avanzare in questa classe politica persone che merito proprio non avevano, ma che hanno capito quella furbata deleteria che consiste nella capacità di raccogliere voti-consensi in qualunque modo.
Per cui, i grandi statisti che hanno ricostruito l’Italia non hanno avuto proseliti, con la conseguenza che dopo la ricostruzione ed un periodo di declino, intorno agli anni Novanta si raggiunse il punto più basso con la disastrosa legge finanziaria del 1992, quando l’allora presidente del Consiglio, Giuliano Amato, prelevò lo 0,6 per cento dai conti bancari di tutti i cittadini/e.
Dopo arrivò la bufera di Mani Pulite e la novità dell’imprenditore Berlusconi, che fece il “contratto con gli italiani”, affiancando la nuova legge ideata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, semimaggioritaria.
Questi quasi trent’anni non hanno cambiato le cose perché il merito è stato sempre accantonato, per cui ci hanno governato mediocri che sicuramente la storia non ricorderà.