Fortissime polemiche ha suscitato a Trappeto, il paese del Palermitano che fu di Danilo Dolci, la presenza del sindaco Santo Cosentino e della sua vice Rosita Orlando alla distribuzione ai bambini di calze piene di dolciumi di Forza nuova, l’organizzazione neofascista di Roberto Fiore.
Le calze erano tutte nere, ornate da un fiocco tricolore e con la scritta pubblicitaria “Forza nuova”.
Massimiliano Ursino, responsabile provinciale di Forza Nuova noto per i suoi trascorsi di aggressioni subite e fatte – ha pubblicato le foto su Twitter.
“Per scacciare via le polemiche rampanti attorno a questa vicenda – ha detto Francesco Loria, presidente dell’associazione San Cataldo Baia della legalità – qualcuno parlerà di goliardata, altri di provocazione, ma quello contenuto dentro queste calze, è un chiarissimo messaggio politico che sdogana definitivamente il ritorno dell’ideologia fascista”.
“Fa terribilmente paura – ha aggiunto – vedere pezzi delle nostre istituzioni fiancheggiare queste iniziative. Un Sindaco che pochi giorni fa, durante il ricordo di Danilo Dolci, veniva immortalato sottobraccio proprio alla sorella di Dolci, e che oggi, con tanto di sorrisi, presenziava l’iniziativa di Forza Nuova. È possibile che non conosca la storia di Dolci e di Roberto Fiore?”.
Anche l’ex deputato regionale del Pd Pino Apprendi, del movimento “Cento Passi” ha preso posizione: “Cari rappresentanti delle istituzioni, Sindaco e Vice Sindaco di Trappeto che avete sfoggiato le vostre foto, scattate nella sede di Casa Pound, in occasione della consegna delle ‘calze nere’ regalate dai militanti ai bambini, non basta dire la solita battuta divenuta ormai una barzelletta, ‘non ci interessa né destra né sinistra’, voi state calpestando valori importanti, valori di democrazia per i quali si sono battuti tanti italiani e tanti vostri concittadini che hanno pagato con la vita la lotta al fascismo. Trappeto é conosciuta nel mondo per l’opera di Danilo Dolci e dei suoi collaboratori. Non cancellate la buona storia di Trappeto con i ricordi della morte”.
Massimiliano Ursino, venne aggredito nel febbraio del 2018 a Palermo.
Nel luglio del 2006 era stato arrestato per aver rapinato e picchiato a sangue con delle spranghe due immigrati del Bangladesh, sempre a Palermo.
Ursino venne condannato in primo grado a due anni e mezzo di carcere.
Nel giugno 2005, inoltre, sempre con altri due complici, aveva aggredito con pugni e bastonate un nigeriano e un altro giovane originario di Siracusa in via Candelai, sempre nel centro di Palermo.
I tre furono rinviati a giudizio per lesioni aggravate per aver agito in base a “motivi razziali”.

