Belpasso, criticità in gestione contabile: i rilievi della Corte dei Conti

Belpasso, dai ritardi nei bilanci al sistema di riscossione: la Corte dei Conti “bacchetta” il Comune

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Belpasso, dai ritardi nei bilanci al sistema di riscossione: la Corte dei Conti “bacchetta” il Comune

Melania Tanteri  |
mercoledì 15 Marzo 2023

Nove le voci su cui si soffermano i giudici contabili.

“Elementi che si discostano in maniera significativa dai principi e dalle prescrizioni normative poste dall’ordinamento contabile armonizzato”. E’ quanto ha riscontrato la sezione di controllo della Corte dei Conti che ha inviato al comune di Belpasso una lunga deliberazione datata 14 marzo, nella quale evidenzia alcune anomalie contabili nella gestione degli ultimi anni da parte dell’ente. In attesa di successive pronunce in seguito all’esame di “future relazioni provenienti dall’organo di revisione economico-finanziaria”, afferma la corte e “ai fini dell’adozione di eventuali misure correttive”, i giudici contabili elencano una serie di mancanze o inadempienze dell’amministrazione comunale.

Gestione finanziaria Belpasso: le criticità

Nove le voci su cui si sofferma la Corte dei Conti rispetto alla gestione finanziaria del comune di Belpasso.

– il perdurante e reiterato ritardo nella approvazione dei documenti contabili;
– il risultato di amministrazione con evidenza negativa della parte disponibile;
– il superamento di un indice di deficitarietà strutturale nel 2020 e due nel 2019;
– la sussistenza di debiti fuori bilancio.
– la necessità di maggiore vigilanza sul debito complessivo dell’Ente;
– l’inadeguatezza dell’attività di riscossione dei tributi locali;
– l’aumento dei residui attivi e passivi;
– la mancata conciliazione tra debiti e crediti reciproci con le società partecipate e l’omessa
applicazione alle delibere in merito alla razionalizzazione delle partecipazioni;
– la necessità di monitoraggio sull’affidamento del servizio di riscossione e sull’efficienza
delle attività.

Criticità che, come si legge nella deliberazione, saranno sottoposte a verifica successivamente. In particolare, si chiede all’organo di revisione di “procedere al monitoraggio semestrale sull’andamento del servizio di riscossione, con obbligo di referto alla sezione regionale sugli esiti della vigilanza”.

La documentazione analizzata

Ma andiamo con ordine. La documentazione analizzata alla Corte dei Conti è molto corposa. Si tratta dei rendiconti degli esercizi del 2019 del 2020, del bilancio di previsione 2020-2022; della relazionale al bilancio di previsione 2021 e 2023, delle relazioni all’organo di revisione relativa ai rendiconti e degli schemi di bilanci inseriti nella banca dati delle amministrazioni pubbliche.

Il ritardo nell’approvazione dei bilanci

I giudici evidenziano “il ritardo nell’approvazione del rendiconto 2020 e del bilancio di previsione 2021-2023″. In relazione al risultato di amministrazione e la sua composizione, “nel 2019, è di importo insufficiente a contenere gli accantonamenti, le quote vincolate e quelle destinate agli investimenti”, mentre “nell’esercizio 2020, presenta nella parte disponibile un disavanzo in peggioramento rispetto a quello riportato nell’anno precedente”. Criticità sarebbero emerse poi, per quanto riguarfa le somme accantonate: i giudici contabili evidenziano che “la notevole quota accantonata nel FCDE determina per l’Ente una compressione della capacità di spesa a seguito della ridotta capacità di riscossione delle entrate, sia in conto competenza che in conto residui”. Così come nel Fondo anticipazioni di liquidità per il quale la Corte segnala “una discrasia, in quanto l’importo accantonato dall’Ente risulta maggiore di euro 200 rispetto all’importo dovuto”.

Belpasso e il Fondo contenzioso

Per quanto riguarda, invece, il Fondo contenzioso, “il risultato di amministrazione presenta un accantonamento per fondo rischi contenzioso nel 2019 di euro 3.470 – riporta la deliberazione. In relazione alla congruità delle quote accantonate – si legge ancora – l’organo di revisione ritiene insufficiente l’accantonamento, in quanto l’Ente non ha provveduto alla ricognizione del contenzioso esistente e, a seguito di richiesta istruttoria, non fornisce una risposta adeguata. Viene comunque precisato che l’Ente, nel corso del 2020, ha dato interamente copertura ai debiti fuori bilancio riconosciuti
per euro 117.644,18, e che nel Bilancio di previsione 2019/2021 in un apposito capitolo ha stanziato euro 300.000,00 a copertura di oneri e dei debiti fuori bilancio riconosciuti “spalmati” nel triennio con il consenso dei creditori, e infine che vi è in atto, da parte degli uffici competenti, una ricognizione approfondita del contenzioso pendente al fine di predisporre un apposito registro”.

Partecipate

Non risulta, poi, nel 2019, accantonata alcuna somma nel fondo perdite società partecipate. Mentre viene ritenuta congrua la cifra accantonata nel 2020. Non solo. “Il disavanzo di fine esercizio di euro 4.755.799,77 risulta in peggioramento rispetto a quello riportato nell’esercizio precedente, pari ad euro 4.694.359,70. La tabella predisposta dall’Organo di revisione – si legge – evidenzia il disavanzo atteso per
l’esercizio in corso, che risulta di importo superiore rispetto a quello determinato dall’Ente”.

Riscossione dei tributi

In tema di riscossione, la Corte evidenzia lo squilibrio tra accertamenti e effettive riscossioni. “Nel 2020 – scrivono i giudici – in presenza di un accertamento considerevole di euro 2.450.000 relativo al recupero Imu, la riscossione di euro 21.028 determina un valore percentuale pari a 0,85%, e si evidenzia anche per quest’anno, il mancato incasso riguardo all’ accertato rilevante di euro 651.470 riferito alla Tarsu”. Difficoltà registrata anche per la riscossione delle entrate proprie dell’ente: nel 2019, a fronte di accertamenti di 13.041.121 euro, la riscossione è stata di 7.053.010 euro, con una percentuale del 54,08%
e residui della competenza per euro 5.988.111. Nel 2020, sugli accertamenti di euro 13.285.686, la
riscossione di 7.011.507 euro determina una percentuale del 52,77%, e “una produzione di residui ammontante ad euro 6.274.179,16, che riflette il basso grado di efficienza nell’attività di riscossione”.

Residui attivi

In relazione ai residui attivi, “Si rileva, inoltre – scrive la Corte – quale ulteriore elemento di criticità, la conservazione di residui attivi riferiti ad annualità con anzianità superiore ai 5 anni, che desta perplessità in ordine al permanere dell’esigibilità di tali crediti, soprattutto riferiti alla Tarsu per un importo di euro 4.605.947,89 e del titolo III relativi ai fitti attivi per euro 7.198,54. L’organo di revisione invita “l’Ente ad attivarsi immediatamente al fine di evitare fenomeni prescrittivi con azioni che perseguano sia per una più proficua gestione degli incassi, sia nella istituzione di nuove procedure che garantiscano il monitoraggio della riscossione fin dalla fase di accertamento dell’entrata”.

Va segnalata la presenza di importi elevati di residui passivi. Nel 2019 si verifica una diminuzione rispetto ai dati derivanti dall’esercizio 2018. Nel 2020, si assiste ad un progressivo aumento. Criticità sono poi segnalate in relazione ad alcune cosietà partecipate. Infine l’indebitamento. “L’Ente ha rispettato il limite – si legge.

I parametri di deficitarietà

Una ricognizione puntuale che ha evidenziato il mancato rispetto di due parametri di deficitarietà:
− sostenibilità disavanzo effettivamente a carico dell’esercizio maggiore del 1,20%;
− indicatore concernente l’effettiva capacità di riscossione minore del 47%. Quest’ultimo parametro risulta non rispettato anche nell’esercizio 2020.

Il Comune di Belpasso, nel luglio 2021, ha inviato una delibera avente per oggetto le misure correttive ai fini della relativa verifica sui rendiconti degli esercizi 2017, 2018 e sul bilancio di previsione 2018/2020. Nel documento l’Ente ha evidenziato alcune azioni poste in essere per contenere le criticità evidenziate, enfatizzando le difficoltà create soprattutto dall’emergenza Covid.

Osservazioni di cui la Corte prende atto pur caldeggiando la “necessità da parte dell’Ente di operare uno sforzo supplementare sul versante gestionale, volto, in modo appropriato, al superamento delle criticità evidenziate, così da indirizzare l’amministrazione ad una sana gestione economico-finanziaria e una maggiore efficienza funzionale”.

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