Benedetto Mancini è il nuovo proprietario del Giarre. Il centro sportivo di Torre del Grifo è sul mercato: c'è interesse?
Benedetto Mancini è il nuovo proprietario del Giarre. Una notizia che era nell’aria e di cui si vociferava da qualche giorno, ma la sensazione comune era che si trattasse di semplici rumors. Ieri è invece arrivata la conferma ufficiale, che ha scatenato un vero e proprio vespaio. Infatti, al di là dei dubbi e delle polemiche legate alla figura dell’imprenditore pontino che sono stati rafforzati dalla sua “avventura” a Catania, fa discutere la possibilità che – proprio il Giarre – sia il grimaldello per mettere le mani su una società che rappresenti Catania.
La mossa di Mancini: c’è l’interesse per Torre del Grifo?
La premessa doverosa, stando ai regolamenti, è che non sarebbero possibili né il cambio di sede sociale della società gialloblu, né tanto meno una sua fusione con il già affiliato Fc Catania 1946. Tuttavia questa acquisizione, visti i recenti accadimenti, sembra quantomeno curiosa, anche in considerazione del fatto che – dopo l’esclusione del Calcio Catania dai quadri federali – il centro sportivo di Torre del Grifo è tornato sul mercato. La mossa di Mancini non lascia, dunque, indifferenti e andrà seguita in tutte le sue evoluzioni per capire dove potrebbe portare. Massima attenzione pure in ottica futura, per percepire eventuali spiragli e cavilli che potrebbero essere sfruttati per la realizzazione di un disegno più ampio.
Quante perplessità
Al di là del possibile coinvolgimento dei colori rossazzurri vale la pena evidenziare che – anche qualora l’intenzione di Mancini fosse quella di investire soltanto sul Giarre – le perplessità rimarrebbero immutate. Il suo curriculum calcistico, da patron così come da soggetto interessato all’acquisizione, non è certo dei migliori e non depone a favore della crescita e dello sviluppo virtuoso del calcio giarrese. Dopo l’ottima stagione d’esordio in D, coronata da una meritata quanto sofferta salvezza, la piazza etnea merita certamente di più e di meglio.
Vittorio Sangiorgi