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“Bengala a Palermo”, in prima nazionale il racconto della città multietnica

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“Bengala a Palermo”, in prima nazionale il racconto della città multietnica

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martedì 29 Giugno 2021

Il nuovo spettacolo del Teatro Biondo, scritto da Daniela Morelli e diretto da Marco Carniti, debutta in prima nazionale sabato 3 luglio, alle ore 20.30, nell’atrio di Palazzo Belmonte Riso

Bengala a Palermo, il nuovo spettacolo del Teatro Biondo, scritto da Daniela Morelli e diretto da Marco Carniti, debutta in prima nazionale sabato
3 luglio, alle ore 20.30, nell’atrio di Palazzo Belmonte Riso di Palermo, sede del Museo d’Arte
Moderna e Contemporanea della Sicilia
. Repliche fino all’11 luglio.

In scena Stefania
Blandeburgo
, Mario Incudine, Luigi
Tabita
, Erika Urban e una compagnia multietnica composta da Aurora
Cimino
, Priyanka Datta, Bandjougou Diawara, Alexsia Edman,
Jean-Mathieu Marie, Salvatore Lupo, David Marzi, Giuseppe
Provinzano
.

Le musiche
originali di Mario Incudine sono eseguite dal vivo dallo stesso autore e da Lavinia
Mancusi
e Antonio Vasta. Le scene
sono state ideate dal regista insieme agli studenti dell’Accademia di Belle Arti
di Palermo
coordinati da Valentina Console; i costumi sono di Ottavio
Anania
e le luci di Marco Santoro.

I video dello spettacolo sono stati
realizzati da Camilla Iannetti e Federico Savonitto in collaborazione
con la sede siciliana del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Bengala a Palermo è la storia di una famiglia indiana e della sua
integrazione nella città di Palermo.
Al
centro della vicenda è la storia d’amore tra una giovane bengalese e un ragazzo
palermitano, una specie di Romeo e Giulietta dei nostri tempi. Ma è anche
un atto d’amore per le tradizioni e i rituali di culture diverse che si
confrontano.

L’autrice Daniela Morelli e il regista Marco
Carniti
hanno immaginato una storia corale con diversi personaggi, arricchita
dalle musiche originali di Mario Incudine, frutto di uno studio
sulle tradizioni popolari siciliane e la cultura bengalese. Tutto ruota
intorno alle vicende di una famiglia di commercianti bengalesi: Kalua e Ara,
padre e madre, la figlia Deeti di ventidue anni, il figlio Basant di venti e Shaila,
quattordicenne nata a Palermo. Le loro vite si intrecciano con le storie di Donna
Bibì, un’anziana nobildonna dalla vita movimentata, del giovane puparo Vito, di
un venditore ambulante africano e di un’atletica ragazza siciliana. Sullo
sfondo la città di Palermo, con il suo commercio, i suoi riti, la devozione
popolare per Santa Rosalia, le bizzarre creature che abitano i sogni della
nobildonna, le danze e le musiche che fin dall’ingresso in platea accolgono il
pubblico fino alla festa del gran finale.

Palermo ospita una delle più vaste comunità indiane
d’Italia. Le storie, i mestieri, i costumi e i saperi che la comunità esprime
sono un patrimonio per la città, da sempre impegnata ad elaborare l’immaginario
delle culture che accoglie. Bengala a Palermo è nato dagli
incontri dell’autrice, del regista e degli attori con i rappresentanti di
questa variopinta comunità. La drammaturgia dello spettacolo si basa sulle loro
storie, sulla loro cultura, i riti, le danze, le musiche, le tradizioni in
dialogo con la città.

«Bengala a Palermo è la storia di una
famiglia bengalese e della sua integrazione nella cultura palermitana – spiega il regista Marco Carniti – uno
spettacolo su tradizioni e rituali di culture diverse che si confrontano. Un Romeo
e Giulietta
dei nostri tempi a Palermo, con due “Romei” di nazionalità
diverse. La giovane Giulietta bengalese è una donna di oggi, che decide autonomamente
il proprio destino: è la libertà di scelta individuale che trionfa. E Palermo è
la città che le permetterà di realizzare il suo sogno. Bengala a Palermo
vuole essere una grande festa, per il Bangladesh e per Palermo. Una festa che
unisce la cultura musicale palermitana e quella bengalese, creando un continuum
di rituali religiosi, quasi iniziatici e sciamanici, che si incrociano con
l’iconografia cristiana. Per costruire il futuro abbiamo bisogno del teatro,
della sua componente rituale, evocativa ed educativa. Il teatro ha il potere di
farci capire quello che stiamo vivendo oggi, consentendoci di andare sempre più
in profondità per arrivare sempre più in alto».

«In Bengala a Palermo ho voluto raccontare
l’internazionalità di questa città – afferma l’autrice Daniela Morelli
Per intrecciare la storia di una famiglia bengalese tradizionale, i cui
genitori si convincono man mano di quanto sia importante che i figli facciano scelte
autonome, ho incontrato persone provenienti dalla vasta area che si affaccia
sul golfo del Bengala: Indiani, Bengalesi, Srilankesi e Pakistani. Ho ascoltato
le loro storie di viaggio, di sopravvivenza, di convivenza, d’amore, di fatica
e di paziente costruzione di un futuro per sé e per i figli. Ho mescolato le
loro storie e ne ho elaborato i personaggi. I loro poeti e scrittori mi hanno
portato nel leggendario mondo dei lascari, i marinai della Compagnia delle
Indie e proprio un lascaro, Jodu, è evocato dai sogni di Donna Bibì. Sono
salita al Santuario di Santa Rosalia con i ragazzi del Centro Sperimentale di
Cinematografia e con i loro occhi giovani e curiosi ho visto l’acchianata di
notte, illuminata da torce e telefonini». 

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