Beni confiscati, ma il 51% resta inutilizzato. In Sicilia il 37% dei 32.439 immobili gestiti dall’Anbsc - QdS

Beni confiscati, ma il 51% resta inutilizzato. In Sicilia il 37% dei 32.439 immobili gestiti dall’Anbsc

Adriano Agatino Zuccaro

Beni confiscati, ma il 51% resta inutilizzato. In Sicilia il 37% dei 32.439 immobili gestiti dall’Anbsc

sabato 18 Maggio 2019

Ossia l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Una piattaforma informatica ha permesso di accelerare i processi di assegnazione: 1.017 nell’ultimo anno. Il 2018 l’anno in cui è stato destinato il maggior numero di beni immobili

La percentuale di immobili e aziende siciliane in gestione all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) e quindi non destinati è pari al 51% del totale isolano che è entrato nei circuiti degli uffici. Il dato, aggiornato al 5 maggio di quest’anno, riflette gli evidenti passi avanti compiuti negli anni ma fotografa al contempo 6.870 beni (tra immobili e aziende) che aspettano “una nuova vita”. L’Agenzia è riuscita a destinare nel 2018 appena 63 aziende sul territorio nazionale (15 nell’Isola) su 2.976 in gestione fino all’ultimo rilevamento di maggio. Nella Relazione annuale dell’Agenzia si intravedono nuovi orizzonti: “Un biennio intenso e proficuo che, grazie anche ad alcuni eventi significativi dal punto di vista normativo, consentirà all’Agenzia di portare a compimento un percorso iniziato oltre otto anni fa”.

Dal mese di novembre 2016 fino alla conclusione del 2018, sono state 28 le conferenze di servizi indette, 44 le province del territorio nazionale interessate, 5.328 gli immobili proposti agli Enti Locali e al Demanio per un valore complessivo di oltre 422 milioni di euro.

Di questi 5.328 immobili, 1669 (circa il 30%), non avendo ricevuto nessuna manifestazione di interesse, non hanno poi trovato una destinazione. L’utilizzo dello strumento “conferenza dei servizi” e la piattaforma informatica realizzata dall’Agenzia hanno consentito di proporre per la destinazione 3.102 immobili nell’anno 2018 a fronte dei 1.924 dell’anno precedente, con un incremento del 61%.

Il 2018 si candida pertanto ad essere l’anno in cui saranno stati destinati il maggior numero di beni immobili e il terzo anno nel quadriennio che vede un incremento rispetto all’anno precedente.

Il quadro edificante proviene dall’ultima Relazione annuale dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che però ammette le “molte difficoltà” che caratterizzano la gestione delle aziende.

Ricordiamo che in Sicilia le aziende totali destinate fino al 5 maggio di quest’anno sono state 355 a fronte di 955 ancora in gestione e dunque non destinate in mano all’Agenzia. Al termine del 2018 le destinate erano 352, nei primi quattro mesi del 2019, dunque, il trend non sembra essere stato invertito visto che solo 3 aziende hanno trovato una destinazione. Il dato a livello nazionale non migliora: 952 quelle destinate, 2.976 quelle in gestione.

Migliora il dato sugli immobili che trovano molto più facilmente la strada della rinascita: 6.234 quelli destinati in Sicilia, 5.915 in gestione. Al termine del 2018 i destinati erano 5.770; i primi quattro mesi del 2019 sono stati fruttuosi con ben 464 successi. In Italia 15.565 gli immobili destinati e 16.874 quelli in gestione. Molta strada, dunque, c’è ancora da fare e la tabella (in basso) non lascia spazio a fraintendimenti.

Importante ricordare anche quanto è stato fatto. A Palermo ad esempio sono stati ben 3.422 gli immobili destinati fino al termine del 2018, 697 a Catania, 587 a Trapani. Gli esempi positivi non mancano anche sul fronte delle aziende. L’Agenzia scrive che “Sono state avviate alcune iniziative di sostegno finanziario e societario a favore di aziende confiscate e dei lavoratori di queste aziende”.

In questa casistica rientra ad esempio la vicenda del punto vendita Despar di Erice gestito da una cooperativa di sei ex lavoratori di una rilevante realtà imprenditoriale della provincia di Trapani attiva nella grande distribuzione (la 6GDO) confiscata e poi in seguito fallita. Grazie ai finanziamenti stanziati dal Ministero per lo sviluppo economico e da CFI (Cooperazione Finanza Impresa, partecipata e vigilata dal Ministero dello Sviluppo Economico) è stato possibile sviluppare lo start-up del punto vendita ospitato in locali (anch’essi confiscati) destinati al comune di Erice a da questo assegnati alla cooperativa.

Nel biennio 2017-2018 sono stati informatizzati i dati relativi a 27.558 tra beni mobili, registrati e non, beni immobili, aziende e beni finanziari. Si è trattato (scrive l’Agenzia), per ognuno dei 27.558 beni di desumere le informazioni dagli atti cartacei inviati dagli uffici giudiziari e istruire il corredo informativo amministrativo, catastale, aziendale e civilistico necessario a definire la consistenza dei beni.

Questo rilevante sforzo ha fin qui prodotto un prezioso patrimonio informativo che è ora a disposizione delle istituzioni e della collettività.

Tra le iniziative positive che hanno riguardato la nostra Isola a Febbraio, alla presenza del sottosegretario Luigi Gaetti, del prefetto di Palermo Antonella De Miro e del direttore regionale dell’Agenzia del demanio Vittorio Vannini, il direttore dell’Agenzia, prefetto Bruno Frattasi, ha consegnato 4 immobili destinati alle esigenze della prefettura. Gli immobili dal valore totale di 760.000 euro e per una superficie complessiva di oltre 800 mq saranno utilizzati, con vantaggi operativi e funzionali, insieme ad altri presenti nello stesso stabile dalla prefettura, nell’ambito dei progetti in corso di rafforzamento della sicurezza territoriale.

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