La chimica applicata alla lotta alla mafia. “Nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Soldi, ville, case, terreni e aziende: tutto quello che era in mani sporche non solo viene sequestrato, ma torna nelle casse dello Stato e diventa un beneficio per cittadini e territori. Questo sono i beni confiscati ai mafiosi quando diventano beni comuni: una grande dimostrazione di forza da parte dello Stato. Tra le armi migliori che esistano nella guerra contro la criminalità organizzata. Le “armi”, però, bisogna saperle usare: basta un colpo sbagliato, una mira di sbieco, e si può fallire (o fare danno). E non sempre il complesso iter che va dalla confisca alla riassegnazione di un bene confiscato coglie il segno.
In Italia, secondo l’ultima relazione dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, al 31 dicembre 2023 i beni complessivamente oggetto di destinazione erano 23.658 (di cui 18.006 destinati dall’istituzione dell’Agenzia). Tra questi, 19.071 (cioè l’81%) sono quelli trasferiti al patrimonio degli Enti locali, mentre il 13% è stato mantenuto al patrimonio dello Stato (3.091) e il 2% è stato destinato alla vendita.
Per quanto riguarda la capacità destinatoria dei beni, in riferimento all’anno 2023, c’è da notare un incremento nell’anno 2023: l’Agenzia ha destinato infatti 3.927 beni immobili…

