Presentato nei giorni scorsi il report con numeri della Banca dati centrale del ministero della Giustizia
Una burocrazia lenta, gravata da meccanismi non sempre ben oleati, rischia di inficiare l’ingente mole di lavoro delle Forze dell’Ordine e della Giustizia. Questo il quadro che vien fuori dall’analisi del patrimonio dei beni confiscati alla criminalità organizzata e finiti nella disponibilità dello Stato. Proprietà che, se non assegnate e adeguatamente valorizzate da chi le riceve in gestione, rischiano di deteriorarsi con il trascorrere del tempo e di perdere quel messaggio sociale essenziale di riscatto nei confronti della criminalità organizzata.
Il punto della situazione è stato fatto all’interno della Relazione semestrale al Parlamento sui beni sequestrati e confiscati.
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