Le condizioni di salute di Silvio Berlusconi sono in costante miglioramento, a tal punto che nella serata di ieri è arrivato il trasferimento del leader di Forza Italia dal reparto di terapia intensiva ad uno di degenza ordinaria dell’ospedale “San Raffaele” di Milano.
L’ex Premier da mesi sta lottando contro la leucemia mielomonocitica cronica, la causa dell’infezione polmonare che più di 10 giorni fa ha causato il ricovero del presidente del Monza.
La patologia da cui è affetto Berlusconi, però, sarebbe “una malattia cronica con cui si può convivere; a seconda dello stadio, e dei fattori di rischio genetici, è una malattia che può durare anche anni“.
Queste le parole, rilasciate all’AdnKronos, da Paolo Corradini, presidente della Società italiana di ematologia (Sie). “Non conosco nello specifico la situazione, però per tutti i pazienti della sua fascia d’età, quindi anche per lui, le terapie dopo sono generalmente ambulatoriali”, evidenzia l’esperto.
“Per Berlusconi terapie di tipo ambulatoriale”
Il presidente di Fi, 86 anni, era stato ricoverato in Terapia intensiva il 5 aprile scorso per la cura di un’infezione polmonare, infezione che si inquadra nel contesto della condizione ematologica cronica con cui convive da tempo, come spiegato dai medici dell’Irccs di via Olgettina. La sua permanenza in terapia intensiva è durata una decina di giorni. Ora il suo percorso prosegue in un reparto di degenza ordinaria. “E il decorso non è cambiato – precisa Corradini – Adesso che ha cominciato la sua terapia per la leucemia mielomonocitica cronica bisogna capire se funzionerà e quanto a lungo. E poi di solito queste terapie sono di tipo ambulatoriale dopo”.
“Ecco i trattamenti che potrebbe seguire Berlusconi”
Questa leucemia, Lmmc, fa parte delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative, colpisce in particolare le persone anziane, ed è una malattia che ha come caratteristica proprio l’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti. Le terapie dunque “servono per farli scendere – illustra l’esperto, che è direttore della Divisione di Ematologia all’Irccs Istituto nazionale tumori (Int) di Milano – A volte si fanno con dei brevi cicli mensili, a volte invece si fanno dei trattamenti in continuo per bocca che si assumono a una dose bassa tutti i giorni. Queste sono un po’ le opzioni del trattamento della leucemia mielomonocitica cronica”. I rialzi periodici dei globuli bianchi in questa patologia “sono normali, perché anche quando vengono controllati da una terapia, poi magari temporaneamente possono perdere di nuovo il controllo, risalire un po’. E così via”, conclude Corradini.

