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VIDEO | Bersani (Pd) sbarca in Sicilia: “Italia senza posizione. Demente paragonare manifestazioni ad Hamas”

Federico Rosa
Federico Rosa

Giornate siciliane per Pierluigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico e già Ministro nei governi Prodi, D’Alema e Amato. Proprio in occasione della Festa dell’Unità di Aci Sant’Antonio, nel Catanese, Bersani ha presenziato al PalaCantarella dove ha incontrato militanti, attivisti ed elettori del Pd. Presenti anche il sindaco Quintino Rocca e il segretario dem siciliano Anthony Barbagallo.

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“In questi primi giorni in Sicilia sono stato accolto da tanta gente. – esordisce Bersani, parlando del suo nuovo libro “Chiedimi chi erano i Beatles” – Il libro parla di politica ed è un pretesto che non fa stare solo sul quotidiano ma fa andare giù almeno mezzo metro. E questo funziona. La gente sente la voglia di confrontarsi con un minimo di orizzonte.”

Bersani (Pd): “La democrazia non parla di emancipazione sociale. Nella manovra solo soldi alle banche”

“C’è voglia di politica. L’astensione è un problema serissimo ma sostanzialmente è legata a tanti fattori: c’è un pezzo di società che non ha ben capito perché deve andare a votare.” Così Pierluigi Bersani, affrontando il tema dell’astensione sempre più crescente nelle ultime elezioni regionali dove ha votato meno del 50% degli avanti diritto. “C’è una democrazia – prosegue l’ex Ministro – che non consegna la merce dell’emancipazione sociale. Il tema sociale è il punto di fondo del problema democratico. La democrazia non è una questione astratta. Se non c’è una parte crescente della popolazione che fa solo passi indietro è inutile che gli si dica di andare a votare”

Poi Bersani affronta anche il tema della manovra finanziaria del governo Meloni: “Il tema sociale non è dimenticato solo da questa manovra finanziaria. In questi 3 anni mi chiedo dove siano andati i soldi. Non sono andati al lavoro, dove abbiamo i salari più bassi dell’Ocse, non sono andati alla povertà, non sono andati all’innovazione delle imprese per dare occupazione. I soldi sono andati alla rendita, alle banche, alle assicurazioni e alle grandi società di servizio. Basta guardare i bilanci. Questo perché la destra fa il suo mestiere, cioè prendere i voti dai poveri per poi dare i “babà” a chi li ha già”.

La posizione dell’Italia su Gaza

Non poteva non soffermarsi sulla politica internazionale Pierluigi Bersani affrontando il tema del posizionamento del governo italiano sulla pace a Gaza: “Noi come Italia non siamo niente. Trump alla Meloni ha detto solo “sei bellissima”, è un complimento. Che posizione abbiamo? Cosa abbiamo affermato? Non siamo né carne né pesce. Abbiamo abbandonato quel profilo di personalità che abbiamo avuto. In questo periodo voglio ricordare che 40 anni fa i fatti di Sigonella, quando l’Italia aveva un profilo internazionale. Avevamo un ruolo, – prosegue l’ex segretario – nel far parlare israeliani e palestinesi. Eravamo quelli che erano i fondatori dell’Europa dentro l’Occidente. Non ci è rimasto nulla oggi.”

“Le piazze sono molto incoraggianti. – prosegue Bersani parlando delle tante manifestazioni sul tema di Gaza – Le nuove generazioni hanno preso a cuore la questione di Gaza come per me era quella del Vietnam, cioè un luogo lontano ma vicini negli ideali e valori. Questo è stato percepito in modo molto esteso. Ci sono anche coloro che dicono che queste manifestazioni sono peggio di Hamas, una demenza. Ci sono stati episodi non belli di violenza gratuita, ma la grandissima massa di chi ha partecipato è molto matura e consapevole.”

Bersani: “I palestinesi devono governarsi da soli, mica bisogna chiamare Tony Blair”

Bersani, in chiusura, prosegue parlando su come il nostro Paese dovrebbe aiutare la popolazione palestinese nella ripresa e nella ricostruzione di Gaza: “L’Italia deve dare una mano, ma non solo fare il dovuto perché a Gaza c’è bisogno di tutto. Ma questo lo si fa anche quando avviene un terremoto. Ma quando termina un genocidio, assieme agli aiuti devi avere una politica. L’Italia deve dare una mano, insieme a 5-6 Paesi europei, e aiutare a un concreto processo di pace. Qui siamo solo a delle premesse molto fragili. Benissimo che sia fermato al 90% la strage, però siamo ancora su un terreno scivoloso. Dobbiamo uscire da questa mediocrità e prendere posizione su due popoli due Stati”.

“I palestinesi devono governarsi loro, nella fase di transizione non bisogna chiamare Tony Blair. – chiude Bersani – Devono mettersi in testa che bisogna dare autorevolezza ai palestinesi sul piano politico, anche non tenendo in galera i più rappresentativi. Cosa si pensa di guadagnare? Bisognerebbe sempre riflettere su Mandela. Perché quando esci da questi episodi ci si ritrova in una posizione di trovare una soluzione, dopo 20 anni di galera coi tuoi principi. La Meloni si dovrebbe occupare di questo.”