Una Chiesa vicina ai più piccoli
La presenza di immagini vivaci e la possibilità di apprendere attraverso il gioco sono probabilmente all’origine dell’accoglienza positiva da parte di grandi e piccini, nonché dagli “addetti ai lavori” (cioè catechisti, parroci e membri della Chiesa locale).
L’album di figurine è uno strumento utile perché intrattiene e insegna, diverte ed educa. In più, rinnova il linguaggio di una Chiesa che – in generale – in passato ha raramente mirato alla valorizzazione del gioco e della semplicità a supporto dell’apprendimento dei più piccoli.
“Desideriamo che attraverso le figurine i bambini si sentano più vicini ai personaggi biblici, che spesso sentono soltanto nominare quando si legge una pagina dell’Antico Testamento o del Vangelo”, commenta il parroco parlando a nome di tutti i promotori dell’iniziativa.
“Naturalmente l’album diventerà anche uno strumento di catechesi: durante gli incontri del catechismo o in oratorio, infatti, bambini e ragazzi si possono scambiare figurine e/o parlare dei personaggi. Lo scambio può dare vita anche a un momento di approfondimento sulla storia delle figure di uomini e donne che – con i loro limiti, con i loro tentennamenti, ma anche con la loro fede – hanno seguito la via del Signore”.
La distribuzione dell’album e dei pacchetti con le figurine inizierà molto presto, probabilmente già da domenica 27 febbraio. Ciascuna bustina conterrà una sorpresa e i bambini saranno liberi di scambiarsi le figurine per ottenere quella desiderata o “riciclare” un doppione.
Per adesso non sono previste didascalie sotto le immagini, ma non si esclude la possibilità che le eventuali future edizioni dell’album prevedano anche una parte testuale. Dipenderà molto dal successo dell’iniziativa e dalle possibilità del momento ma, se l’entusiasmo per l’album sarà uguale a quello riscontrato nelle ultime settimane, ci sono buone possibilità di vedere presto un prodotto arricchito e più completo.
Educazione e valori con le figurine
Attraverso la semplicità di un album di figurine, la religione si “trasforma” in sano divertimento e questo non può che essere un bene. “Il metodo del gioco per aiutare bambini e ragazzi, in fondo, ce lo insegnano anche i Santi come San Filippo Neri e Don Bosco. Attraverso il gioco si possono trasmettere delle idee e dei valori importanti”, afferma Don Stefano Panebianco.
“Bisogna utilizzare il linguaggio dei bambini, partire da una loro passione e prenderne spunto per creare qualcosa di nuovo e gradevole. Il gioco per noi è uno strumento per comunicare qualcosa di importante e approfondire il tema della religione”, conclude Don Panebianco in attesa di accogliere la comunità dei piccoli fedeli in chiesa e offrire uno strumento divertente ma educativo, ma anche una nuova e originale occasione di socialità.
Marianna Strano