Coronavirus, “Bimbi in casa, anche la routine può aiutarli” - QdS

Coronavirus, “Bimbi in casa, anche la routine può aiutarli”

Liliana Rosano

Coronavirus, “Bimbi in casa, anche la routine può aiutarli”

giovedì 09 Aprile 2020

Stress psicologico nei più piccoli: l’intervista a Simona Carfi, psicologa e psicoterapeuta. “Organizzare le giornate, seppure con flessibilità, aiuta la loro stabilità psichica”

Abbiamo chiesto a Simona Carfì, psicologa e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza, analista junghiana CIPA, qual è lo stress psicologico a cui i bambini e gli adulti sono esposti durante la quarantena e come meglio affrontarlo.

Genitori ed esperti si dividono sulla controversa questione della passeggiata concessa ai bambini, su cui il Viminale ha fatto un passo indietro. Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione in questo dibattito?
Non credo che il focus dovrebbe essere sul tema “passeggiata sì /passeggiata no”, sull’ora d’aria concessa, quanto su tutta la giornata del bambino, sull’atmosfera che vive in casa sua, sulla capacità dei suoi genitori di contenere le preoccupazioni e le ansie, proprie e altrui, sulla capacità di comprendere i momenti di turbamento, il pianto, i cosiddetti capricci, e di poterli trasformare in qualcosa di comprensibile e digeribile per il figlio. Insomma, sulla costruzione e fruizione di uno spazio, si, ma psichico, in cui il bambino possa percepire di essere protetto e al sicuro.

A quale stress psicologico i bambini potrebbero esposti durante questo periodo?
I bambini hanno la capacità di accogliere e comprendere tutto ciò che viene loro spiegato e reso fruibile, oltreché rassicurante, da un adulto capace di trasformare l’incomprensibile e l’impensabile, in qualcosa di più semplice e adeguato allo sviluppo del bambino. Mi viene in mente un’immagine cinematografica, in cui il piccolo Giosuè, deportato insieme ai genitori in un lager nazista, partecipa con il padre a un “fantastico gioco a premi”, e all’impareggiabile interpretazione di Benigni della più assurda traduzione simultanea mai vista! Non è certamente la menzogna che auspico, ma ciò che vorrei sottolineare è che se l’adulto è in grado di contenere le proprie ansie e di giocare con suo figlio, probabilmente i rischi che il bambino corre saranno ridotti al minimo; diversamente, se l’adulto è concentrato sulle proprie preoccupazioni e sulla necessità di rimanere bloccato su queste, non percepirà le esigenze e i bisogni di rassicurazione che ogni figlio richiede.

Quali sono i giusti atteggiamenti che ogni genitore dovrebbe adottare in casa?
Le precauzioni e le misure sono proprio quelle di restare in ascolto del bambino, in un ascolto profondo delle sue necessità emotive, che sono sostanzialmente di protezione, di compagnia, di rassicurazione, di accoglienza. Sarebbe innaturale pensare che l’adulto, durante tutta la giornata e le giornate che scorrono sul calendario, non possa mai essere preso dalle sue preoccupazioni per l’incertezza del futuro, del lavoro, delle risorse economiche, etc., ma è importante che questo fardello di ansia e inquietudine non investa ogni ambito della vita quotidiana. E’ necessario costruire e mantenere uno spazio protetto e sicuro, in cui il bambino possa continuare a vivere e a nutrirsi.

Quanto è importante mantenere una certa routine in situazioni come questa?
Credo, che l’organizzazione della giornata, con delle routine settimanali stabilite, dei momenti che si ripetano nel tempo, siano di grande aiuto per la stabilità psichica dei bambini, ma anche per sviluppare le capacità di progettare e pianificare gli impegni scolastici, le attività di svago, il gioco e la condivisione con genitori e fratelli/sorelle. L’organizzazione, per funzionare in maniera efficace, deve essere, contemporaneamente, solida e flessibile, capace di mantenere, quindi, la sua struttura, ma, altresì, di cambiare forma e di accogliere il cambiamento funzionale: non una rigida tabella di marcia dunque, ma uno schema di massima a cui attenersi e da poter anche modificare insieme, secondo le esigenze e le novità di ogni giorno. Programmare insieme ai bambini le routine quotidiane, fissare dei momenti imprescindibili e altri da lasciare al desiderio del momento, ci aiuta a condividere con loro la realtà (quella attuale, così come quella del futuro), a renderli partecipi della vita quotidiana e a farli sentire parte del mondo umano.

Per gli adulti invece potrebbe essere un momento di confronto con se stessi ma per molti un disagio nell’affrontarsi quotidianamente e fare i conti con una parte di se, spesso trascurata.
“Credo che se il covid-19 può insegnarci qualcosa è il senso di un possibile cambiamento, planetario certamente, ma, in primis, in ciascuno di noi; la possibilità di fare un’inversione di rotta o, forse meglio, di integrare parti estremamente trascurate di noi stessi e delle nostre relazioni emotive. Viviamo così protesi all’esterno, necessitando, o almeno crediamo che sia così, della visibilità e della presenza scenica, lontani dalle dimensioni della profondità, dell’introspezione e dell’introversione, intese come capacità di stare con se stessi, di conoscersi e di amarsi pienamente. Serve certamente un riequilibrio in tal senso, tra dimensioni estrovertite, eccessive e portate all’estremo, e dimensioni introvertite, sotterrate e rimosse. Cerchiamoci e ritroviamoci dentro di noi”.

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