Si è svolta la sfida finale della decima business plan competition dell’Università di Catania. Il professore Faraci: "Quest'anno abbiamo ricevuto 19 progetti con tanto entusiasmo"
CATANIA – Un tappo bio per controllare la sicurezza alimentare, una ginocchiera innovativa contro l’osteoartrosi e un sistema tecnologico linguistico per l’erogazione di servizi in Lis: questi i tre vincitori, tra gli otto selezionati, nella sfida finale della business plan competition Start Cup 23 che si è tenuta nella suggestiva location della “Città della scienza”.
Arrivata alla sua decima edizione, la gara è un’occasione per mettere in pratica idee di imprenditorialità innovativa, tramite il protagonismo del mondo universitario e delle risorse locali. “BioTappo” al primo posto vince 10.000 euro, al secondo classificato “Smart Knee” vanno 5.000 euro e infine “Passi in segni”, sull’ultimo gradino del podio, se ne aggiudica 4.000. I tre premiati potranno fruire anche di un percorso accelerato di sei mesi nella s.r.l. Futurea, nonché accederanno alla finale regionale con le migliori “idee” di Messina, Palermo ed Enna. Dopo la competizione siciliana è prevista un’ulteriore finalissima a Milano, il 30 novembre.
Il contest si è rivelato una vetrina importante anche per gli altri partecipanti: “Frida” con un corsetto ortopedico innovativo e alla moda; “Green seeds” per un’azienda sementiera orticola per la transizione agroecologica; “Oliveup” un estratto naturale contro diabete e obesità a partire dagli scarti della filiera olivicola; “Social farm portal” con una piattaforma di assistenza ai più fragili in fattorie sociali e infine “Wedest” per la riqualificazione architettonia in chiave antisismica e bioenergetica.
Promuove da dieci anni la Start Cup il professore Rosario Faraci, che presiede il comitato tecnico-scientifico deputato alla selezione dei team. Racconta al QdS: “Abbiamo ricevuto quest’anno 19 progetti e sono stati presentati da laureati e laureandi, oltre che professori e ricercatori. In questa edizione la presenza universitaria è stata molto forte, anche perché lo spirito del premio nazionale dell’innovazione è di prendere in maggiore considerazione i progetti che vengono dal mondo della ricerca universitaria. C’è stato un sentiment molto positivo e di entusiasmo anche perché questa è la decima edizione consecutiva, raccogliamo il lavoro fatto in sordina negli anni precedenti che oggi vede presente tutti gli attori dell’ecosistema che hanno colto il nostro appello, sia come sponsor che come partner, offrendo servizi e supporto a questo processo di imprenditorialità che viene dal basso. Trattandosi di business plan, non sono ancora imprese; qualcuno le chiama pitch companies cioè aziende di presentazione: nello spirito di questa competizione, ogni anno si dà una vetrina a questi progetti e poi chi vince è obbligato a costituirsi in start up entro l’anno successivo. Siamo contenti perché in questi anni abbiamo movimentato il sistema di Catania dal basso con 169 team che hanno partecipato, portando una ventata di imprenditorialità innovativa. 82 sono i team passati alla business plan competition, di cui 19 si sono costituiti in spin off e 26 start up, quindi il contributo c’è e con una ricaduta positiva”.
Ad introdurre l’iniziativa anche la professoressa Alessia Tricomi delegata alla terza missione: “Questa è l’edizione più partecipata: qui si trasforma in innovazione la ricerca di base”; poi il sindaco Trantino che rilancia la sua proposta: “Abbiamo il progetto di far diventare Catania una capitale della scienza e della tecnologia, in piena linea con lo spirito di questa iniziativa. Catania offre tanto: oltre la cultura della rassegnazione, ci sono questi giovani che rappresentano il motore della ripartenza”.
I team vincitori
“Bio tappo”, realizzato dal team di Christian Fioriglio, è un tappo bio realizzato con materiale acrilico con un’apposita vernice che cambia colore in base alle mutazioni, segnalando la qualità dell’acqua e rendendo possibile un acquisto del prodotto consapevole da parte del consumatore. Grazie a questo sistema di sicurezza alimentare sarà possibile prevenire le sostanze tossiche che possono essere rilasciate nei liquidi confezionati con polietilene tereftalato. Il team prevede entro il 2026 di produrre 450 milioni bottiglie con bio tappo e nel 2027 raggiungere l’obiettivo di 1 miliardo l’anno in tutta Europa.
Il secondo progetto, “Smart knee”, coordinato da Federico Roggio è un’innovazione in campo ortopedico: una ginocchiera con sensori inerziali da far indossare al paziente per 24 ore che raccoglierà e trasferirà al medico i dati di movimento dell’articolazione in tempo reale, per permettergli di fornire una diagnosi certa ed una terapia ad hoc. La ginocchierà sarà in comodato d’uso, il medico paga solo il servizio dati. In 5 anni prevedono più di 30 mila clienti e 140 mila euro di guadagno nel primo anno.
“Passi in segni” ultimo premiato con Alessia Russino riguarda lo sviluppo di una soluzione linguistica e tecnologica per l’erogazione di servizi di interpretariato e video interpretariato da e verso la lingua dei segni e la lingua dei segni tattile in un’ottica di collaborazione bottom up con enti pubblici e privati.
A salutare l’iniziativa sono presenti tutti gli sponsor, che in dieci anni hanno sostenuto l’iniziativa con 100.000 euro: Confindustria Catania, Free mind foundry, l’Ordine dei commercialisti, Banca d’Italia, Ontario Srl, Gruppo Arena, Mad, Cna, Futurea, Altea e Banca del fucino.