Biriaco (pres. Confindustria Catania): "Lontani dalla normalità infrastrutturale che chiede chi vuole investire da noi" - QdS

Biriaco (pres. Confindustria Catania): “Lontani dalla normalità infrastrutturale che chiede chi vuole investire da noi”

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Biriaco (pres. Confindustria Catania): “Lontani dalla normalità infrastrutturale che chiede chi vuole investire da noi”

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domenica 29 Gennaio 2023

Il nuovo commissario e il sindaco di Catania dovranno occuparsi di più dei problemi della zona industriale. Lo dice Biriaco (Confindustria).

“Il nuovo commissario e il nuovo sindaco che verranno devono occuparsi maggiormente dei problemi della zona industriale, a maggior ragione adesso che è stata riconosciuta tra le Zes”. Un messaggio forte e chiaro alla politica locale e regionale arriva dal presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco che non lascia spazio alle interpretazioni e ai tanti alibi, sull’abbandono dell’area produttiva, delle tante classi dirigenti che si sono succedute nei palazzi della politica nel corso degli ultimi decenni. Biriaco va già duro per raffigurare cosa è accaduto in tutti questi lustri persi a causa della politica di istituzioni spesso assenti, che hanno giocato anche a scaricabarile per quella moltitudine di competenze di vari enti che alla fine è stata utilizzata come scusa per il degrado dell’area produttiva della città. Ora qualcosa sembra stia cambiando e anche il rappresentante degli industriali parla e spera che si sia imboccata la strada giusta.

“Dobbiamo ammettere – esordisce Biriaco – che il Comune, con l’accorpamento delle competenze in materia di gestione della zona industriale, ha stilato recentemente un cronoprogramma di interventi che va verso il giusto iter. Ovviamente ci auguriamo che venga rispettato in toto”. “Noi – ha aggiunto – abbiamo avuto sempre una interlocuzione diretta con tutti gli ex assessori comunali che hanno mostrato una capacità di interloquire in maniera diretta e costruttiva. Ma da qui a dire che i problemi dell’area industriale sono risolti si farebbe peccato. Si tratta di problemi atavici e difficili da risolvere, partendo dal peccato originale di avere insediato una zona produttiva in un pantano, quello denominato D’Arci. Ma su alcuni allagamenti, alcuni dei quali molto violenti, che si sono registrati negli anni, se ci fosse stato un adeguato sistema di drenaggio e di pompaggio delle acque non ci sarebbero strati i disastri che abbiamo registrato. Quindi è arrivato davvero il momento di cambiare rotta perché siamo ancora ben lontani da quella normalità infrastrutturale che chiede un imprenditore che viene ad investire da noi”.

“Dobbiamo constatare – ha proseguito Biriaco – che nonostante l’ errore enorme iniziale di frammentare le competenze che ha costretto per decenni quest’area a vivacchiare, ora finalmente è stato deciso di trovare un unico ente interlocutore e gestore e le cose sembra stiano andando meglio. Per questo Confindustria lancia un chiaro messaggio ai nuovi amministratori catanesi che verranno per dire che bisogna adesso cambiare davvero pagina nella gestione dell’area”. “Certo qualcosa – aggiunge – è stata fatta. Nelle strade più trafficate dove ci sono gli insediamenti più importanti, le strade sono state rifatte. Lo stesso per l’illuminazione. Ma è ancora troppo poco per sostenere che l’abbandono e il degrado sono alle spalle”.

La Cisl avanza il sospetto che il mancato insediamento della Intel a Catania possa essere stato deciso anche per l’abbandono della zona industriale. Confindustria che ne pensa?

“Di ufficiale non c’è nulla. Noi comunque grazie alla recente istituzione della Zona economica speciale, adesso abbiamo maggiori attrazioni e le grosse multinazionali stanno investendo. Basti ricordare che nella nostra zona c’è la più grande e importante fabbrica di pannelli solari d’Europa, quella della Enel Green power. Per non parlare del nuovo stabilimento della St. Ci sono in ballo investimenti per miliardi di euro. Tutto questo purtroppo non coincide col nostro sistema infrastrutturale che è obsoleto e non adeguato alle sfide del futuro. Per questo Confindustria sollecita il nuovo sindaco che verrà ad avere quelle priorità sulla zona industriale che vale il 13 per cento del Pil dell’intera Sicilia”.

“Sarebbe ripetitivo superfluo e inutile ripetere che, alla luce del nostro territorio che sta diventando molto attrattivo, sarebbe opportuno e cosa buona e giusta pianificare una risoluzione graduale di tutti i problemi. Ma noi lo ribadiamo perché un’area industriale che è ridiventata appetibile non deve essere frenata dal disinteresse di una classe politica che invece deve pensare al bene comune”.

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