Cinema... da casa, Beyoncé celebra l’orgoglio nero - QdS

Cinema… da casa, Beyoncé celebra l’orgoglio nero

Francesco Torre

Cinema… da casa, Beyoncé celebra l’orgoglio nero

sabato 15 Agosto 2020

E il patto eterno tra uomo e natura. Con il suo corpo flessuoso e sensuale, la regina del pop – qui anche regista – è protagonista indiscussa di un film che nella continua contrapposizione di elementi naturali e visivi c

Regia di Beyoncé. Con Beyoncé, Jay-Z, Pharrell Williams
Usa 2020, 85’.
Distribuzione: Disney+

Dopo aver dato voce a Nala e realizzato la colonna sonora del remake live action de “Il Re Leone”, Beyoncé rievoca le atmosfere del classico Disney in un visual album che celebra l’orgoglio nero e il patto eterno tra uomo e natura.

Con il suo corpo flessuoso e sensuale, la regina del pop – qui anche regista – è protagonista indiscussa di un film che nella continua contrapposizione di elementi naturali e visivi cerca uno stile sofisticato e muscolare che tenga insieme, anche in modo disarmonico, culture e sensibilità differenti.

Scandita da momenti musicali e da una voce fuori campo che enuncia con enfasi aforistica i nodi salienti di una narrazione archetipica, nella prima parte l’opera è un susseguirsi di immagini potenti ma prettamente illustrative di scenari naturali africani da cartolina, misti ora a primi e primissimi piani in stile National Geographic ora a raffigurazioni simboliche che esaltano l’uso degli effetti digitali.

Nelle seconda parte si assiste ad un continuo rimescolamento di ambientazioni e riferimenti visivi, anche in linea con i passaggi narrativi che riecheggiano le avventure di Simba (qui un bimbo nero costretto ad un percorso di formazione che oltrepassa i confini di spazio e tempo per celebrare la propria natura di re), ma l’uso di figure retoriche non sempre sembra sostenuto da esigenze comunicative, e molte delle soluzioni adottate danno l’impressione di essere gratuite oltre che prive di sensibilità estetica.

Detto ciò, non bisogna dimenticare che il film si muove al di fuori, o quantomeno ai margini del linguaggio cinematografico, e la “follia” visiva che caratterizza l’opera deve essere apprezzata nell’ottica di un progetto performativo allargato ad altre forme artistiche, intento a superare l’estetica del videoclip per raggiungere l’obiettivo di celebrare il popolo afroamericano e il proprio ruolo di primo piano nel percorso evolutivo dell’essere umano.

Con enfasi autocelebrativa, Beyoncé (sia che fuoriesca dalle acque come una venere nera, sia che giaccia sul letto di un fiume come una ninfea) incarna così con fierezza un concetto di black power che cerca forma e sostanza all’interno di un percorso narrativo di autoconsapevolezza, ma che in maniera faticosa regge la durata standard di un film.

Voto: ☺☺☻☻☻

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