Intervista a Francesco Tomasello, hair stylist e ideatore del progetto

Blanco, come una tela bianca su cui scrivere pagine e storie di bellezza. Uno spazio di condivisione, dialogo, incontro. Francesco Tomasello, hair stylist poco più che trentenne ma con un’esperienza quasi ventennale, ha creato la prima realtà, in Italia, che coniuga arte ed estetica. Un luogo espositivo dove ogni donna può rifarsi il look circondata da quadri e tele, in cui il comune denominatore è il bello, in tutte le sue forme.

Come nasce il progetto?
“Blanco Salon nasce nella mia mente nel 2015. Mi trovavo a Pantelleria, dove avevo avviato un’attività di parruccheria, ma il mio sogno era quello di ritornare a Palermo. Sentivo l’esigenza di andare oltre, di sperimentare qualcosa di nuovo. E così, nel 2019, sono tornato nel capoluogo siciliano e un paio di anni dopo, in pieno lockdown, ho affittato il locale di via Alfieri per portare avanti le mie idee”.

Innovazione, dunque, la parola d’ordine.
“Volevo creare qualcosa di unico nel suo genere. E mi sono accorto, dopo attente ricerche, che in Italia non esisteva una simile realtà. Così è nata questa bellissima sinergia con Diego Romer, artista estremamente versatile che spazia dall’astrattismo all’impressionismo con i suoi inconfondibili colori vibranti. Il salone viene visitato come se fosse una galleria d’arte moderna e contemporanea. Accorpare il suo lavoro con il mio significa generare e condividere bellezza. Mi piace avvolgermi di colori, fantasia, creatività”.

Come reagisce la clientela a questo particolare connubio?
“Io credo che l’arte sia qualcosa che interroga ed è sicuramente qualcosa di soggettivo, ognuno la percepisce a modo suo. E così noto che le clienti hanno la propria idea, amano osservare i quadri, discutere su essi. Qualcuno li ha notati addirittura attraverso le vetrine e ha riconosciuto che si trattava di opere di Romer, che aveva già visto esposte in una galleria d’arte a Londra. Vendiamo bellezza, ma in questo luogo nascono conversazioni interessanti su quello che un’opera trasmette e il rapporto che si instaura va oltre la semplice consulenza. Ogni genere di arte crea discussione, intesa come condivisione e intrattenimento”.

Insieme a Romer decidete quali opere esporre, rendendo sempre diversa l’esperienza delle clienti.
“Dai volti agli astratti, come le ultime tele esposte qui, per la prima volta, realizzate in collaborazione con un artista newyorkese su cui spiccano pezzi di cartine geografiche distribuite a caso con schizzi cromatici: il messaggio è che tutti siamo cittadini del mondo indipendentemente da cultura, etnia e colore della pelle e non esistono confini”.

La sostenibilità, poi, gioca un ruolo fondamentale.
“Questo luogo è stato totalmente progettato e costruito da me. Ricordo le notti passate insieme a mio fratello Claudio, mio braccio destro, a dipingere i pezzi di arredamento. Crediamo nell’ecosostenibilità, nel riciclo dei materiali, nei packaging biodegradabili. Per noi, ad esempio, è fondamentale non utilizzare mai la plastica”.

Progetti futuri?
“Blanco è in fase di crescita: contiamo di continuare a esporre le oltre 1.200 opere che Diego Romer porta in giro per le gallerie di tutto il mondo, come ad esempio una collezione di quadri che si rifanno allo stile post-impressionista di Van Gogh. Non solo, abbiamo in programma di affiancare ai suoi dipinti anche le fotografie, e in particolare un progetto che ritrae i vicoli e i luoghi storici di Palermo”.

Nella foto, da sinistra: Francesco Tomasello e Diego Romer