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VIDEO | Blatte, insetti e lavoro nero nei bar, scatta il blitz all’aeroporto di Catania

Marianna Strano
Marianna Strano

Polizia di Stato in azione all’aeroporto di Catania, dove tre bar sono stati temporaneamente chiusi per condizioni igienico-sanitarie scadenti (in due casi) e lavoro nero (nel terzo).

Il blitz degli agenti, avvenuto nella mattinata di martedì scorso, ha interessato sei attività commerciali autorizzate alla vendita di prodotti alimentari nello scalo etneo e rientra tra le attività della Questura di Catania per verificare il rispetto delle normative in termini di sicurezza sul lavoro e di condizioni igienico-sanitarie a tutela della salute del consumatore.

Blitz all’aeroporto di Catania, blatte e lavoro nero: chiusi tre bar

Ai controlli hanno partecipato diversi agenti della squadra volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, della Divisione Anticrimine e della Polizia di Frontiera. Hanno poi contribuito il personale del Corpo Forestale della Regione Siciliana, degli ispettori dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, dei medici e dei tecnici del Dipartimento di prevenzione veterinaria – Servizio di Sanità pubblica Veterinaria, Dipartimento di prevenzione – Servizio Igiene pubblica e Spresal dell’ASP di Catania e gli agenti del settore Annona della polizia locale.

Nello specifico, la task force ha proceduto alle ispezioni in 6 esercizi sia all’interno che all’esterno dell’aeroporto di Catania. In 3 di questi hanno riscontrato irregolarità in materia di igiene e di sicurezza sul lavoro che hanno comportato la sospensione delle attività e sanzioni per un importo complessivo di 18mila euro. Per quanto riguarda gli altri tre, gli operatori non hanno evidenziato alcuna criticità nel rispetto delle normative relative a igiene, tracciabilità dei prodotti e sicurezza sui luoghi di lavoro.

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Cosa hanno scoperto gli operatori

In uno dei tre bar temporaneamente chiusi dopo i controlli, gli operatori hanno riscontrato la posizione lavorativa irregolare di una dipendente. Nello specifico, pare che la lavoratrice usufruisse del reddito di inclusione e – per continuare a ricevere il beneficio – avrebbe chiesto al titolare dell’esercizio di non assumerla regolarmente. Il gestore del bar potrà riaprire solo dopo aver pagato la sanzione, di oltre 6.500 euro, e aver regolarizzato la dipendente.

Le verifiche sugli alimenti hanno permesso di far rilevare al Nucleo Operativo Regionale Agroalimentare Sicilia del Corpo Forestale e ai medici del servizio Veterinario dell’Asp 40 chili di alimenti privi del necessario requisito della tracciabilità. Oltre alla sanzione di 1.500 euro contestata al titolare, la merce è stata sequestrata e distrutta (gli alimenti, infatti, non sarebbero risultati idonei al consumo umano).

Il proprietario del bar è stato anche denunciato per frode in commercio, anche se per lui vige il principio di presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva. Avrebbe infatti prospettato ai clienti la possibilità di consumare carne pregiata quanto in realtà in frigo teneva solo comune carne di bovino, di qualità “decisamente inferiore rispetto a quella pubblicizzata”. E ancora, la polizia locale – durante i controlli – ha rilevato l’assenza del cartello con gli orari di apertura, la mancata esposizione della Scia, e cartelli sul divieto di fumo non conformi alla legge. Su questi punti, seguiranno ulteriori verifiche.

Negli altri due bar sottoposti a controllo, gli operatori hanno individuato blatte sia nei locali adibiti a magazzino, sia nel bancone vendite e preparazione degli alimenti. I medici del servizio “Igiene Pubblica” dell’Asp hanno quindi sospeso la vendita e l’attività commerciale per precarie condizioni igienico-sanitarie, applicando una sanzione di 2mila euro a ciascun locale. In uno di questi due bar, a causa della presenza di insetti, i forestali e i veterinari hanno sequestrato oltre 300 chili di alimenti e preparati di varia natura, alcuni non tracciati, elevando una sanzione di 1.500 euro. Per quasi tutta la tavola calda e i dolci, inoltre, gli operatori non avrebbero trovato i documenti attestanti la tracciabilità.

Il titolare è stato infine sanzionato – per un totale di oltre 5mila euro – dal personale Spresal per la presenza di un estintore non revisionato, l’assenza di una cassetta di primo soccorso e la mancanza di uno spogliatoio per i dipendenti.

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La nota della SAC

In seguito ai controlli all’aeroporto di Catania, la SAC ha voluto ribadire l’importanza del rispetto delle normative per la tutela dei consumatori e dei lavoratori. In una nota, si legge: “La gestione operativa dei singoli punti di ristoro non rientra nelle responsabilità dirette di SAC, che si occupa esclusivamente dell’assegnazione degli spazi aeroportuali tramite procedure di evidenza pubblica, nel pieno rispetto della normativa vigente. Tutti gli operatori subconcessionari sono contrattualmente tenuti a rispettare rigorosamente le normative vigenti in materia di igiene, sicurezza alimentare, manutenzione e pulizia dei locali. SAC ribadisce il proprio impegno costante nel garantire elevati standard qualitativi e igienico-sanitari all’interno dell’aeroporto, a tutela dei passeggeri, degli operatori e dell’immagine dell’infrastruttura”.