Blitz a Barcellona: arrestato presidente commercialisti di Catania

Mafia, nel blitz di Barcellona arrestato anche il presidente dei commercialisti di Catania

Mafia, nel blitz di Barcellona arrestato anche il presidente dei commercialisti di Catania

Redazione  |
martedì 14 Gennaio 2025

I reati contestati a vario titolo sono quelli di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori.

C’è anche il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Catania, Salvatore Virgillito, tra gli arrestati nell’operazione di oggi che ha portato all’arresto di quindici persone nell’operazione condotta questa mattina a Barcellona Pozzo di Gotto. I reati contestati a vario titolo sono quelli di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori.

Le accuse verso Virgillito

Virgillito, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Catania dal 2022, stando all’accusa, avrebbe permesso al capo clan barcellonese Domenico Ofria, nonostante i diversi provvedimenti di sequestro e confisca, di avere una posizione dominante nella gestione dell’attività imprenditoriale sottrattagli, per effetto dell’intervento di decisioni giudiziarie, divenute definitive; e ciò pur a fronte di una amministrazione giudiziaria formalmente insediata da più di 13 anni per la gestione dell’impresa.

“Asservito al potere mafioso”

La ditta, destinataria di diversi provvedimenti giudiziari di sequestro e confisca, sin dal primo sequestro era stata affidata al commercialista, Salvatore Virgillito, di Catania, nominato amministratore giudiziario nel 2011. E il capomafia barcellonese proseguiva ad agire quale “titolare di fatto” anche grazie ai comportamenti dell’amministratore giudiziario, «completamente asservito al potere mafioso del clan, nei cui confronti manifestava riverenza e compiacenza».

Gli inquirenti hanno ricostruito anche il modus operandi degli indagati i quali, con la complicità dell’amministratore giudiziario Salvatore Virgillito e di alcuni storici dipendenti, vendevano pezzi di ricambio usati senza il titolo fiscale e lo smaltimento di rifiuti non censiti. L’impresa veniva utilizzata come strumento di illecito arricchimento, attraverso la continua appropriazione del denaro non contabilizzato dalle casse.

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