Blocco riscossione, rinvii e sanatorie: novità fiscali introdotte dal Dl Sostegni - QdS

Blocco riscossione, rinvii e sanatorie: novità fiscali introdotte dal Dl Sostegni

Blocco riscossione, rinvii e sanatorie: novità fiscali introdotte dal Dl Sostegni

martedì 23 Marzo 2021

Stop a notifica di cartelle fino al 30 aprile, prorogate al 31 luglio rate rottamazione ter e saldo e stralcio. Slitta al 30 settembre il termine per l’approvazione delle tariffe Tari

ROMA – È stato approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, il tanto atteso “Decreto sostegni, il primo in materia di ristori per le imprese danneggiate dalla pandemia, targato Draghi.
Ormai non si contano più i provvedimenti riguardanti la prevenzione ed il ristoro sociale per le persone coinvolte nella pandemia da Covid-19. Complessivamente sono quasi una cinquantina e di decreti legge se ne contano otto.
Questo, quello chiamato “Sostegni”, pertanto è il nono.
Evidentemente, nel solco della prassi adottata nel corso del 2020, anche in questo caso di proroghe ne abbiamo tante, alcune di esse, peraltro, annunciate a fine febbraio con un semplice comunicato stampa del ministero dell’Economia e delle Finanze, ed ora finalmente ufficializzate.

C’è chi sostiene che, probabilmente, al posto di tante disposizioni “spezzatino”, sarebbe più utile un provvedimento più coraggioso, contenente una sospensione tributaria generalizzata, magari legata ad una ulteriore definizione agevolata delle pendenze tributarie, quelle nuove e quelle vecchie. Una questione, quest’ultima, molto dibattuta anche in seno agli stessi partiti che reggono il Governo e che, probabilmente, ha determinato il ritardo con il quale queste nuove disposizioni stanno uscendo.

In materia fiscale spiccano alcuni rinvii ed una sorta di sanatoria, quest’ultima originariamente pensata per una fascia più estesa, ma alla fine varata in maniera più contenuta, sia dal punto di vista quantitativo, sia dal punto di vista dei soggetti aventi diritto.
Questa sanatoria, che lo stesso Draghi non ha mancato di riconoscere come tale, riguarda la “rottamazione”, ossia la cancellazione automatica delle somme iscritte a ruolo dal 2000 al 2010, ma solo per le somme non superiori a 5.000 euro ed a condizione che gli interessati non abbiano avuto un reddito superiore a 30.000 euro.

Nella originaria stesura della disposizione il periodo al quale si faceva riferimento era di quindici anni (dal 2000 al 2015), non c’era il “paletto” del reddito e non si escludeva un limite maggiore (10.000 Euro).
Una questione, quest’ultima, che ha lasciato scontenti principalmente la Lega e Forza Italia. Con la riduzione del periodo “rottamabile”, infatti, i ruoli da cancellare si riducono più della metà.

Spicca poi la definizione agevolata degli avvisi bonari (36 bis del D.P.R. 600/73 e 54-bis del D.P.R. 633/72) riguardanti i periodi di imposta 2017 e 2018, ma solo per i soggetti che hanno subito un calo del volume d’affari del 30% rispetto al 2019. Sarà l’Agenzia delle Entrate a gestire direttamente questo tipo di operazione verificando l’esistenza delle condizioni per la definizione senza sanzioni.

C’è poi la proroga del blocco della riscossione con il fermo delle notifiche delle cartelle fino al 30 aprile. Tutti i pagamenti che scadono fino al 30 aprile vanno fatti entro il 31 maggio. Poi le notifiche saranno fatte partire gradualmente, spalmandole in un tempo ragionevole, verosimilmente nell’arco di due anni.

C’è pure la proroga al 31 luglio (già annunciata con il comunicato stampa del Mef n.36 del 27 febbraio scorso) del pagamento delle rate riguardanti la “rottamazione ter” ed il “saldo e stralcio”. Tutte le rate che scadono fino al 31 luglio, inoltre, slittano a novembre.

Previsto anche uno slittamento al 30 settembre del termine entro il quale i Comuni sono tenuti ad approvare le tariffe della Tari, con possibilità dei contribuenti di cominciare a pagare la tassa sui rifiuti con le aliquote dell’anno precedente, salvo conguaglio a dicembre e salve le riduzioni previste per le attività che non hanno prodotto rifiuti a causa della sospensione dell’attività causa pandemia.

Tra le altre disposizioni, di natura non fiscale, riguardanti il sostegno alle imprese, ce ne sono diverse abbastanza importanti.
C’è la proroga del blocco dei licenziamenti. Una “breve” (fino al 30 giugno) per tutte le imprese, ed una “lunga” (fino al 31 ottobre) per le aziende in cassa integrazione in deroga.

C’è la nuova proroga della cassa integrazione di 13 settimane utilizzabili dal 1^ aprile al 30 giugno;
C’è un contributo a fondo perduto per tutte le partite Iva, compresi i professionisti, per un importo che in ogni caso non può superare i 150.000 Euro. Spetta, comunque, un importo minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per gli altri soggetti. Per avere questo contributo, però, è necessario, per averne diritto, che il fatturato del 2020 non sia stato superiore a 10 milioni di euro e che la perdita subita rispetto al 2019 non sia stata inferiore al 30%.

Questa volta la liquidazione delle somme avverrà tramite piattaforma informatica gestita dall’Agenzia delle Entrate e dalla Sogei. La base da assumere al fine di calcolare il contributo spettante è la media della perdita mensile registrata mettendo a confronto il 2020 ed il 2019. Alla base così calcolata, si applicano alcune percentuali, diverse a seconda dei ricavi:
60% per le aziende con ricavi fino a 100.000 euro;
50% per quelle con ricavi tra 100.000 e 400.000 euro;
40% alle aziende con ricavi da 400.000 e 1 milione di euro;
30% a quelle con ricavi da 1 a 5 milioni di euro;
20% a quelle con ricavi fino a 10 milioni.

C’è anche un fondo di 700 milioni per il sostegno alla filiera della montagna, con una quota destinata ai maestri di sci; ci sono interventi per i settori gravemente colpiti tra i quali le fiere, le manifestazioni fieristiche internazionali e congressi la cultura e lo spettacolo, le mostre ed i musei; i matrimoni ed eventi privati; le attività commerciali o di ristorazione nei centri storici; le filiere dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura; c’è pure un Ristoro di 250 milioni di euro per le minori entrate dei Comuni relativi all’imposta di soggiorno che, mancando il turismo, sfiora ormai lo zero assoluto.

Queste le più importanti disposizioni del “Decreto Sostegni”. Speriamo che in futuro il sostegno delle tantissime imprese pesantemente colpite dalla pandemia venga gestito in maniera più globale, eventualmente anche facendo ricorso allo scostamento del bilancio al quale lo stesso Draghi non ha mancato di fare riferimento, qualora dovesse essere necessario. E purtroppo certamente lo sarà.

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