Bollette luce gas, verifiche Antitrust sui prezzi di altre 25 società: ecco quali

Bollette luce e gas, quali sono le 25 società nel mirino dell’Antitrust: ecco cosa succede

lamantia

Bollette luce e gas, quali sono le 25 società nel mirino dell’Antitrust: ecco cosa succede

lunedì 24 Ottobre 2022

Controlli dell'Authority dopo gli esposti delle associazioni dei consumatori. Bisognerà accertare se gli aumenti erano in linea con le norme del dl Aiuti bis

Violate le norme del dl Aiuti bis. Nel mirino dell‘Antitrust ci sono 4 società che avrebbero alzato i prezzi delle bollette in regime di libero mercato, inviando ai propri clienti, dopo il primo maggio 2022, comunicazioni con modifiche unilaterali delle condizioni economiche di fornitura di gas e luce. O anche solo rinegoziando, sostituendo e aggiornando le clausole del contratto, applicate dopo il 10 agosto 2022. Adesso, secondo l’Antitrust, guidata da Roberto Rustichelli, dovranno interrompere questi comportamenti.

A spingere l’Authority a procedere con i controlli sono stati gli esposti delle organizzazioni dei consumatori, fra cui l’Unione dei Consumatori e il Codacons.

Bollette, verifiche su altre 25 società

Oltre alle istruttorie per verificare il comportamento di Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti (che già ieri hanno assicurato di dimostrare la correttezza del loro operato), l’Antitrust ha inviato una richiesta di informazioni ad altre 25 società. Si tratta di A2A Energia, Acea Energia, Agsm Energia, Alleanza Luce & Gas, Alperia, Amgas, Argos, Audax Energia, Axpo Italia, Bluenergy Group, Duferco Energia, Edison Energia, Enegan, Enel Energia, Engie Italia, Eni Plenitude, Enne Energia, Estra Energie, Hera Comm, Illumia, Optima Italia, Repower Italia, Sinergas, Sorgenia, Wekiwi.

Sotto la lente dell’Autorità sono finite le proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale, in contrasto con l’art. 3 del Decreto Legge 9 agosto 2022 n. 115 (cosiddetto Aiuti bis), convertito in Legge n. 142 del 21 settembre 2022. La norma in questione, prosegue la nota, sospende, fino al 30 aprile 2023, l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia delle comunicazioni di preavviso, salvo che le modifiche si siano già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso.

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